Andamento gestionale al 31 marzo 2020
Vendite di cemento stabili (+0,4%) e volumi di calcestruzzo preconfezionato inferiori del 3,5% rispetto al 2019
Nei primi due mesi dell’esercizio, andamento operativo favorevole in tutti i mercati di presenza, anche grazie a condizioni climatiche benigne
Da marzo, attività produttiva e commerciale fortemente ostacolata per il diffondersi della pandemia Covid-19 in Italia, Lussemburgo ed Europa Orientale; industria delle costruzioni non interessata direttamente dal blocco in Germania e Stati Uniti
Ricavi netti del primo trimestre pari a 688,5 milioni (nel 2019: 656,0 milioni)
Dati consolidati | Gen-Mar 2020 | Gen-Mar 2019 | %20/19 | |
Vendite di cemento | t/000 | 6.018 | 5.995 | 0,4% |
Vendite di calcestruzzo | m3/000 | 2.521 | 2.612 | -3,5% |
Ricavi netti | €m | 688,5 | 656,0 | 4,9% |
Mar 20 | Dic 19 | Var. | ||
Indebitamento netto | €m | 525,2 | 567,8 | (42,6) |
Il Consiglio di Amministrazione di Buzzi Unicem SpA si è riunito in data odierna per esaminare sinteticamente l’andamento economico nei primi tre mesi dell’esercizio 2020 e la posizione finanziaria netta a fine trimestre.
Nel primo trimestre del 2020 i volumi di vendita realizzati dal gruppo hanno complessivamente confermato i peraltro buoni livelli registrati nello stesso periodo dell’anno precedente, grazie alla crescita delle spedizioni realizzata in tutti i mercati di presenza nei mesi di gennaio e febbraio ed alla successiva prosecuzione dello sviluppo positivo in Stati Uniti d’America, in grado di bilanciare il brusco calo delle vendite causato dall’impatto della pandemia Covid-19, particolarmente evidente nel mese di marzo, in Italia, Lussemburgo ed Europa Orientale.
Il diffondersi dell’epidemia Covid-19 ha provocato un deciso e generalizzato deterioramento dell’attività economica e forti ripercussioni sui flussi commerciali internazionali, che si sono tradotti in una marcata contrazione delle prospettive di sviluppo per l’anno in corso.
L’epidemia, iniziata durante il mese di gennaio in Cina, si è rapidamente estesa a livello globale, dapprima nei paesi limitrofi, per proseguire, in febbraio e marzo, con la diffusione in Europa, Medio Oriente e Stati Uniti d’America.
I paesi maggiormente colpiti hanno adottato misure di contenimento progressivamente più stringenti, tra cui chiusura delle scuole, sospensione di eventi pubblici, limitazione alla circolazione delle persone ed interruzione di numerose attività produttive.
In Cina si è deciso per l’isolamento di vaste aree del paese, con forti restrizioni alla mobilità, mentre in Italia, il primo paese al di fuori dell’Asia a riscontrare un elevato numero di contagi, dall’inizio di marzo i provvedimenti di limitazione alla mobilità e la sospensione delle attività economiche non essenziali sono stati rapidamente allargati a tutto il territorio nazionale e la loro durata progressivamente estesa. Simili misure restrittive sono state attuate anche nei maggiori paesi europei, fra cui Spagna, Francia e Germania, mentre i Paesi Bassi e il Regno Unito, che inizialmente avevano rinunciato ad imporre tali provvedimenti, hanno successivamente rivisto la propria strategia, adottando misure più severe. In Stati Uniti d’America, in seguito alla dichiarazione di emergenza nazionale, sono state estese le misure di quarantena, distanziamento sociale e riduzione della mobilità, con contestuale limitazione delle attività private e pubbliche, peraltro con differenze sensibili da Stato a Stato.
L’impatto della pandemia di Covid-19 sulla dinamica di crescita economica per l’anno in corso, seppure di quantificazione complessa e assai incerta, sia per la difficoltà di stimare la durata dell’epidemia e gli impatti delle politiche necessarie ad affrontarla, sia per il protrarsi di alcune misure restrittive anche in una fase successiva, si prefigura decisamente rilevante. Le stime più recenti prevedono una contrazione del PIL globale del 3%, in riduzione di ben 6,4 punti percentuali rispetto alle precedenti valutazioni, diffuse in gennaio, con un arretramento maggiormente pronunciato nei paesi avanzati, nei quali finora sono state attuate misure di contenimento mediamente più stringenti.
In Stati Uniti d’America, dove l’occupazione è visibilmente scesa e le richieste per sussidi di disoccupazione si sono rapidamente portate su livelli straordinariamente elevati, viene prefigurata una caduta del PIL prossima al 6%, in riduzione di 7,9 punti percentuali sulle precedenti stime. Peraltro già nel primo trimestre si sono manifestati i primi segnali di deterioramento nel comparto manifatturiero ed assai pronunciati nel settore dei servizi.
In Europa gli effetti dell’epidemia sono stati immediatamente rilevanti: brusco crollo del settore dei servizi, ben più accentuato che nella manifattura, segnali di deciso allungamento dei tempi di consegna per il settore manifatturiero, riconducibile a interruzioni nella catena di distribuzione e drastica contrazione degli indicatori di fiducia, sia famiglie che imprese. In linea con la caduta dell’attività ed il timore di conseguenze più permanenti sull’economia, le aspettative di sviluppo del PIL 2020 sono state riviste ampiamente al ribasso (8,8 punti percentuali), che significa una recessione del 7,5%.
In Italia, le misure adottate dal Governo e dalle amministrazioni locali già alla fine di febbraio, oltre alle progressive restrizioni alla mobilità, hanno avuto immediate ricadute sull’attività nei settori ricettivi, ristorazione, viaggi e trasporti, ricreativi, culturali e commercio al dettaglio, mentre dal 22 marzo il blocco ha riguardato tutti i settori dell’economia definiti “non essenziali”. Gli scenari sull’andamento del PIL italiano incorporano un’evoluzione fortemente negativa, in caduta del 9,1%.
Tra i paesi emergenti, in Cina, dove l’arresto dei contagi nel mese di marzo ha permesso un primo ritorno alla normalità, dopo la contrazione dell’attività economica in avvio d’anno, viene prevista una modesta crescita del prodotto (+1,2%), mentre in Messico, Brasile e Russia sono previste visibili contrazioni nell’attività economica, nell’ordine di oltre 7 punti percentuali rispetto alle precedenti stime, con caduta del PIL superiore al 5%.
In tutti i principali paesi le autorità monetarie e fiscali hanno posto in essere forti misure espansive a sostegno dei redditi di famiglie e imprese, del credito all’economia e della liquidità sui mercati.
Le vendite di cemento del gruppo, nel primo trimestre dell’esercizio in corso, si sono stabilizzate sui livelli raggiunti nel 2019, attestandosi a 6,0 milioni di tonnellate (+0,4%).
Dopo un avvio d’anno caratterizzato da una crescita della domanda in tutti i mercati di presenza, gli effetti della diffusione del contagio Covid-19 e delle misure di contenimento adottate nel mese di marzo hanno avuto un impatto negativo rilevante sui volumi delle spedizioni in Italia, Lussemburgo, Europa Orientale, ma limitato in Germania. Per contro negli Stati Uniti d’America la tenuta della domanda, ad eccezione della regione Nord-Est, ha permesso di chiudere il trimestre con segno favorevole. Le vendite di calcestruzzo preconfezionato sono state maggiormente influenzate dal diffondersi della pandemia, registrando una contrazione pari al 3,5% rispetto allo stesso periodo del 2019, attestandosi a quota 2,5 milioni di metri cubi.
L’effetto prezzi in valuta locale, rispetto al primo trimestre 2019, è risultato positivo o neutrale in tutti i mercati di presenza.
Il fatturato consolidato si è attestato a 688,5 milioni con un aumento del 4,9% rispetto a 656,0 milioni realizzati nel primo trimestre del 2019. L’effetto dovuto alle variazioni dei tassi di cambio è stato favorevole per 10,9 milioni. A parità di perimetro e cambi costanti, il fatturato sarebbe aumentato del 2,5%.
Si riporta qui di seguito la ripartizione dei ricavi per mercati di presenza.
milioni di euro | 31/03/2020 | 31/03/2019 | Var. assoluta |
Italia | 114,7 | 119,6 | -4,9 |
Stati Uniti d'America | 273,7 | 252,8 | 20,9 |
Germania | 149,3 | 137,1 | 12,2 |
Lussemburgo e Paesi Bassi | 41,2 | 43,5 | -2,4 |
Rep. Ceca e Slovacchia | 30,5 | 28,5 | 2,0 |
Polonia | 24,8 | 23,4 | 1,4 |
Ucraina | 22,1 | 18,5 | 3,5 |
Russia | 40,3 | 40,2 | 0,1 |
Elisioni | -8,1 | -7,8 | -0,3 |
688,5 | 656,0 | 32,5 |
L’indebitamento finanziario netto al 31 marzo 2020 ammonta a 525,2 milioni, con un miglioramento di 42,6 milioni rispetto a fine dicembre 2019. Sul dato hanno inciso investimenti industriali per complessivi 83,1 milioni (67,9 milioni il corrispondente valore nel 2019), di cui 18,3 milioni per il cosiddetto earn-out relativo all’acquisizione Cementizillo (senza effetto sulla posizione finanziaria netta). Inoltre, ad inizio marzo si è conclusa la vendita di tutte le attività della collegata Kosmos Cement Company, con la conseguente distribuzione a Buzzi Unicem di un dividendo pari a 162 milioni di dollari.
Italia
Lo sviluppo dei nostri volumi di leganti idraulici e clinker, dopo un avvio d’anno soddisfacente, favorito dal clima sostanzialmente secco e mite, nonché dal contributo aggiuntivo della cementeria di Testi e dei due centri di macinazione in Piemonte, ha registrato una decisa contrazione durante il mese di marzo. Infatti le disposizioni di contenimento dell’epidemia hanno portato, in un primo momento, all’arresto quasi completo delle attività nel settore dei servizi e del commercio al dettaglio non alimentare poi, a partire dal 22 marzo, delle industrie “non essenziali”, tra cui anche la produzione di cemento e il settore costruzioni. Nel complesso del trimestre, le vendite di leganti idraulici e clinker sono risultate in sostanziale riduzione, ma l’effetto prezzi è stato ugualmente favorevole. Il settore del calcestruzzo preconfezionato ha registrato una flessione più evidente, parimenti con prezzi in rialzo. Il fatturato è passato da 119,6 a 114,7 milioni (-4,1%). A parità di perimetro il fatturato sarebbe diminuito del 7,4%.
Europa Centrale
In Germania, le misure restrittive e di contenimento dell’epidemia varate dalle autorità governative e l’efficienza sanitaria del Paese hanno permesso di limitare in modo efficace gli impatti negativi della pandemia. Le restrizioni non hanno riguardato le attività produttive e, di conseguenza, le spedizioni dai nostri impianti di produzione si sono svolte in modo abbastanza regolare. I volumi di vendita di leganti idraulici sono risultati in lieve avanzamento, con prezzi di vendita in progresso. Le produzioni di calcestruzzo preconfezionato hanno registrato una buona crescita, che beneficia del contributo aggiuntivo riferito ad alcuni impianti acquisiti l’anno scorso, con prezzi anch’essi migliori. Il fatturato totale è risultato pari a 149,3 milioni (+8,9% rispetto a 137,1 milioni nel 2019). A parità di perimetro, la crescita di fatturato sarebbe stata pari al 7,8%.
In Lussemburgo e Paesi Bassi, dopo un avvio d’anno particolarmente brillante, nel corso del mese di marzo, in seguito alle restrizioni governative per le attività industriali, finalizzate a contenere il contagio, si è interrotta la produzione e la vendita presso la cementeria di Rumelange. Il progresso dei volumi di cemento realizzati in gennaio e febbraio ha bilanciato il deciso arretramento del mese di marzo, permettendo di chiudere il trimestre a un livello stabile rispetto a quanto raggiunto nel 2019, con prezzi in leggero progresso. Nel settore del calcestruzzo, presente nei Paesi Bassi e Francia, la caduta dei volumi di vendita è stata più evidente. Nel complesso il fatturato è passato da 43,5 a 41,2 milioni (-5,5%).
Europa Orientale
In Repubblica Ceca, grazie alla crescita particolarmente positiva realizzata in gennaio e febbraio, i volumi di vendita di cemento nel primo trimestre dell’anno in corso sono risultati in progresso rispetto ai livelli del 2019, nonostante un visibile rallentamento avvenuto nel mese di marzo, causato dalle restrizioni che il Paese ha con immediatezza posto in essere per contrastare la diffusione dell’epidemia Covid-19. Anche i prezzi di vendita, in valuta locale, hanno espresso un’intonazione favorevole. Il mercato del calcestruzzo preconfezionato, che comprende la Slovacchia, ha registrato un analogo andamento nei volumi di vendita, in un contesto di prezzi, espressi in valuta locale, in lieve calo. Il fatturato ha raggiunto i 30,5 milioni (28,5 milioni nel 2019, +6,9%), con un effetto cambio neutrale.
In Polonia, anche se le misure di contenimento del contagio dell’epidemia non hanno portato alla sospensione dell’attività produttiva della nostra cementeria di Nowiny, i volumi di vendita di cemento durante il primo trimestre dell’anno in corso hanno registrato un visibile rallentamento, particolarmente evidente nel mese di marzo, peraltro accompagnato da prezzi di vendita, in valuta locale, in buona risalita. Anche la produzione di calcestruzzo preconfezionato è risultata in contrazione, in un contesto di stabilità per quanto riguarda il livello dei prezzi, sempre in valuta locale. Il fatturato, influenzato dall’effetto cambio negativo per 0,1 milioni, è passato da 23,4 milioni nel 2019 a 24,8 milioni nell’esercizio in corso (+6,0%).
In Ucraina, le consegne di cemento, a causa della caduta particolarmente accentuata nel mese di marzo, quando gli effetti del contagio dell’epidemia e delle restrizioni hanno iniziato a influenzare visibilmente l’attività economica nel paese, hanno chiuso il complesso del trimestre in riduzione, mentre i prezzi di vendita, espressi in valuta locale, hanno mantenuto un’intonazione favorevole. Il settore del calcestruzzo preconfezionato, dopo aver realizzato una crescita della produzione anche nel mese di marzo, ha registrato volumi di vendita in deciso progresso, con prezzi, in valuta locale, superiori rispetto al periodo di confronto. Il fatturato è passato da 18,5 a 22,1 milioni (+18,9%). Sulla traduzione in euro dei risultati, il rafforzamento della valuta locale ha impattato positivamente per 2,4 milioni.
In Russia, le restrizioni alle attività economiche imposte dal governo per limitare la diffusione del contagio hanno negativamente impattato le spedizioni dai nostri impianti di produzione. Inoltre la guerra dei prezzi con l’Arabia Saudita ha fatto crollare la quotazione del petrolio, provocando, tra gli altri, un’importante svalutazione del rublo ed una visibile riduzione della domanda per cementi speciali oil-well. I volumi di vendita di cemento sono, quindi, risultati in contrazione nel corso del primo trimestre, con prezzi, in valuta locale, in leggero avanzamento. I ricavi netti sono passati da 40,2 a 40,3 milioni (+0,2%). La traduzione dei risultati in euro è stata favorita dal momentaneo apprezzamento del rublo per 0,6 milioni; espresso in valuta locale il fatturato risulterebbe in flessione dell’1,3%.
Stati Uniti d’America
In presenza di una domanda ancora vivace, grazie alle favorevoli condizioni climatiche ed all’assenza di restrizioni diffuse alle attività nel settore delle costruzioni, le nostre vendite di cemento hanno chiuso il primo trimestre in progresso. Il miglioramento delle vendite è risultato particolarmente robusto nelle regioni del Sud-Ovest, nonostante un calo piuttosto visibile nella domanda di cementi speciali oil-well, con prezzi di vendita in valuta locale senza variazioni di rilievo. Le produzioni di calcestruzzo preconfezionato, presenti essenzialmente in Texas, si sono attestate sui livelli raggiunti nel 2019, con prezzi di vendita in rafforzamento. Il fatturato complessivo è così passato da 252,8 a 273,7 milioni (+8,3% rispetto allo stesso periodo dell’esercizio precedente). La traduzione in euro è stata favorita dall’apprezzamento del dollaro per 8,0 milioni; espresso in valuta locale il fatturato sarebbe aumentato del 5,1%.
Messico (valutazione al patrimonio netto)
La politica di contenimento del contagio dell’epidemia, progressivamente più stringente nel Paese, dal mese di marzo ha definito una serie di opere infrastrutturali come settore strategico essenziale. In tale contesto è stato possibile realizzare, nel trimestre in esame, un lieve progresso dei volumi di vendita di cemento, con prezzi di vendita, espressi in valuta locale, tendenzialmente deboli. Le produzioni di calcestruzzo preconfezionato hanno invece mostrato una marcata contrazione ed analoga debolezza nell’andamento dei prezzi di vendita. Il fatturato, espresso in valuta locale, ha registrato una riduzione di 0,6%. La svalutazione del peso messicano ha inciso negativamente sulla traduzione dei risultati in euro; con riferimento al 100% della collegata, i ricavi netti sono passati da 150,5 a 147,7 milioni (-1,9%).
Brasile (valutazione al patrimonio netto)
Nel primo trimestre, le vendite di cemento e clinker della nostra collegata sono risultate in contrazione, sia a causa delle forti piogge che si sono abbattute nella regione Sud-Est del paese, sia a causa dei primi effetti della diffusione dell’epidemia. I prezzi di vendita, in valuta locale, invece hanno mostrato un’intonazione positiva. Il fatturato espresso in valuta locale ha registrato una riduzione di 0,6%; la perdita di valore del real (-14,9%) ha penalizzato la traduzione dei risultati in euro; con riferimento al 100% della collegata, i ricavi netti sono passati da 33,3 a 28,8 milioni (-13,5%).
Evoluzione prevedibile della gestione
In Italia, il settore delle costruzioni, con limitate eccezioni, non è stato ricompreso tra le attività essenziali, e pertanto anche la quasi totalità della nostra attività produttiva e commerciale è stata sospesa dal 23 marzo. Il rientro degli indicatori dell’emergenza sanitaria su livelli più sostenibili ha permesso alle autorità governative la predisposizione di un piano graduale di allentamento delle restrizioni, che ha consentito la ripresa delle nostre attività da lunedì 4 maggio, anche se subordinata all’implementazione di misure di sicurezza e distanziamento sociale molto stringenti. Nel Paese continuano comunque ad essere in vigore limitazioni generalizzate alla mobilità delle persone. Il piano di riapertura prevede inizialmente la ripresa delle spedizioni e poi, in relazione ai livelli della domanda, della produzione a ciclo continuo nei vari stabilimenti. Per l’intero esercizio ci attendiamo una netta diminuzione del consumo domestico di cemento rispetto al dato 2019.
In Germania, la diffusione della pandemia è stata efficacemente contrastata e mantenuta ad un livello tale da consentire l’operatività delle attività produttive e commerciali, settore delle costruzioni compreso. Nonostante minori limitazioni alla mobilità personale, nel mese di aprile le spedizioni dai nostri stabilimenti hanno mostrato un andamento decrescente, con le vendite di cementi oil-well penalizzate dal crollo del prezzo del petrolio. La Germania è tra i Paesi meno colpiti nel breve termine dall’effetto pandemia; tuttavia dovrà anch’essa confrontarsi prossimamente con una fase di recessione piuttosto seria, a cui normalmente si associa una riduzione delle spese in conto capitale che alimentano il consumo di cemento.
In Lussemburgo, dopo un primo bimestre decisamente sopra la media, le restrizioni alla nostra attività di produzione e vendita, in vigore dal mese di marzo, sono state sospese a partire dall’ultima settimana di aprile. Lo stabilimento ha quindi ripreso l’attività commerciale e la produzione di cemento, contestualmente alla riapertura dei cantieri edili. A causa delle restrizioni, le spedizioni durante aprile sono risultate pressoché nulle e solo attraverso un’eventuale abolizione della tradizionale chiusura estiva i volumi persi potranno essere ricuperati nell’anno.
In Repubblica Ceca, dove il contagio è stato contrastato con misure restrittive generalizzate ed assunte con notevole anticipo, gli indicatori sanitari sotto controllo hanno permesso l’allentamento graduale delle misure restrittive che, comunque, avevano riguardato solo parzialmente la nostra attività produttiva e più in generale, il settore delle costruzioni. Le vendite di aprile sono risultate in calo, più nel settore cemento che nel settore del calcestruzzo preconfezionato, mentre si prevede un possibile rientro a livelli vicini alla normalità nel mese di maggio. Rivolgendo lo sguardo all’intero esercizio, dovrebbe trattarsi del mercato meno colpito dall’effetto Covid-19 tra quelli della regione Europa Orientale.
In Polonia, gli indicatori epidemici sono rimasti piuttosto elevati; in aprile l’aggravamento dei contagi ha indotto a restrizioni diffuse della mobilità. Dal mese di maggio si prevede un piano di graduale allentamento. Nel mese di aprile, le vendite di cemento, che hanno sofferto anche per la difficoltà di approvvigionamento di alcune materie prime, hanno fatto segnare una visibile riduzione; la produzione di calcestruzzo preconfezionato ha mostrato un calo ancora più netto. È probabile che l’intero esercizio chiuda con rallentamento sensibile. Nel quadro penalizzante della pandemia, c’è comunque da tenere conto che la Polonia viene da un lungo periodo di espansione degli investimenti in costruzioni e che sia Varsavia sia Breslavia avevano manifestato segnali di debolezza prima che emergesse il problema sanitario.
In Ucraina, in considerazione del crescente numero di contagi e dell’estrema difficoltà del sistema ospedaliero a gestire le infezioni, le norme restrittive emanate, che comunque non hanno riguardato le attività industriali, sono attese rimanere in vigore fino a metà maggio. In questo contesto ancora emergenziale, nonostante l’assenza di divieti per l’attività di costruzione, i nostri volumi di vendita in aprile hanno rallentato in modo deciso. Nei prossimi mesi del corrente 2020, la domanda si prospetta debole, poiché la crisi di fiducia e le preoccupazioni indotte dalla diffusione del virus portano il settore privato a rinviare gli investimenti, sia ordinari sia per progetti più significativi.
In Russia, le implicazioni della malattia Covid-19 sono rapidamente peggiorate, essenzialmente nella zona di Mosca e San Pietroburgo, dove sono state introdotte forti restrizioni alla mobilità individuale ed alle attività produttive, tra cui anche il settore delle costruzioni sino a metà maggio. Verso la fine di aprile sono stati individuati nuovi focolai epidemici in altre aree del paese, compresa la zona di Ekaterinburg, capitale della regione Urali dove si trovano i nostri stabilimenti produttivi, che per il momento sono rimasti attivi. Le vendite a tutto aprile denotano comunque un evidente rallentamento della domanda proveniente dal settore privato, dovuto all’incertezza generale, mentre il governo sta dimostrando di sostenere attivamente alcuni progetti infrastrutturali. Nel prosieguo dell’esercizio ci attendiamo una discesa più sensibile delle vendite di cemento oil-well, provocata dall’atteso taglio della produzione.
In Stati Uniti d’America, con il diffondersi dell’emergenza sanitaria, i governatori dei vari Stati hanno emanato provvedimenti di cosiddetto “lockdown”, che hanno riguardato normalmente la chiusura delle scuole, delle attività aperte al pubblico e la forte raccomandazione di mantenere il distanziamento sociale restando il più possibile nelle proprie abitazioni. A tutto aprile, le nostre attività produttive, con l’eccezione dello stabilimento di Stockertown, PA che ha patito per il blocco delle attività di costruzione nel Nord-Est, hanno mantenuto un funzionamento regolare ed i volumi di vendita da inizio anno sono rimasti simili a quelli del 2019. Peraltro, i prossimi mesi destano forte preoccupazione, considerando che l’ufficio studi economici della PCA prevede una diminuzione della domanda pari a circa il 20% nel secondo trimestre.
Dai commenti sopra esposti risulta chiaro che nel primo trimestre del 2020 i riflessi della pandemia Covid-19 sono stati limitati e che i due trimestri centrali dell’esercizio forniranno un’indicazione più precisa sull’intensità della recessione globale e sulla domanda di materiali da costruzione nello scenario che va configurandosi. A questo proposito occorre tenere presente che le misure di riduzione dei costi e di rinvio degli investimenti che molte aziende, Buzzi Unicem compresa, stanno mettendo in atto si tradurranno in una fase di mercato difficile, che sarà pienamente visibile solo dopo qualche mese. A causa del contesto in continua evoluzione, una stima attendibile dei risultati operativi del gruppo per l’intero esercizio 2020 non risulta ancora possibile e consideriamo preferibile rinviare qualsiasi quantificazione alla chiusura del primo semestre, quando, si spera, saremo pienamente entrati nella fase di circolazione in maniera controllata del virus.
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