Andamento gestionale al 31 marzo 2024
Volumi di cemento e calcestruzzo in calo rispettivamente del 10,6% e dell’11,2%, penalizzati dalla piovosità del periodo e dal minor numero di giorni lavorativi
Andamento particolarmente negativo delle vendite in Europa Centrale e Polonia; rallentamento meno sensibile negli Stati Uniti
Diffuso rafforzamento dei prezzi in avvio d’anno
Ricavi netti consolidati pari a 894,4 milioni, -6,4% rispetto al 2023
Dati Consolidati | Gen-Mar 2024 | Gen-Mar 2023 | 24/23 | |
Vendite di cemento | t/000 | 5.187 | 5.803 | -10,6% |
Vendite di calcestruzzo | m3/000 | 2.099 | 2.364 | -11,2% |
Ricavi netti | €/m | 894 | 956 | -6,4% |
Mar 24 | Dic 23 | Var. | ||
Posizione finanziaria netta positiva | €/m | 791 | 798 | (7) |
Il Consiglio di Amministrazione di Buzzi SpA si è riunito in data odierna per esaminare sinteticamente l’andamento economico da gennaio a marzo 2024 e la posizione finanziaria netta alla fine del primo trimestre.
Nel primo trimestre del 2024, i volumi di vendita realizzati dal gruppo si sono contratti, rispecchiando il trend generale della domanda, influenzata anche dalle avverse condizioni meteo in diversi paesi di presenza e dalla Settimana Santa anticipata, che ha penalizzato il confronto con lo stesso periodo del precedente esercizio. La dinamica si è confermata particolarmente negativa in Europa Centrale, dove il mercato delle costruzioni resta fortemente gravato dalla debolezza del comparto residenziale. Anche in Polonia il calo è stato piuttosto marcato, dato un inizio 2023 particolarmente vivace. In Italia e Stati Uniti, invece, il rallentamento è risultato più contenuto, grazie all’evoluzione maggiormente resiliente della domanda sottostante. Guardando alle nostre joint venture, le quantità vendute hanno mostrato una moderata flessione sia in Messico che in Brasile.
A livello consolidato, i volumi di vendita di cemento sono diminuiti nei primi tre mesi dell’anno del 10,6%, mentre nel segmento del calcestruzzo preconfezionato il calo è stato dell’11,2%.
I prezzi di vendita, invece, si sono rafforzati rispetto ai valori di uscita dello scorso anno in quasi tutti i paesi di presenza.
I primi mesi del 2024 hanno evidenziato un miglioramento delle condizioni economiche a livello mondiale, grazie principalmente ai diffusi segnali di crescita nel settore terziario. Il comparto manifatturiero, invece, seppur in evoluzione, ha continuato a registrare valori al di sotto della soglia di espansione in molti paesi, soprattutto nell’area euro. Gli scambi commerciali internazionali hanno confermato la dinamica sottomessa del trimestre precedente, con tassi di crescita contenuti. In tale contesto, il Fondo Monetario Internazionale ha recentemente rivisto in lieve rialzo le proiezioni sull’economia mondiale, indicando per l’anno in corso un incremento del 3,2%. Permangono i rischi al ribasso legati al contesto geopolitico e all’eventuale inasprimento dei conflitti in Ucraina e Medio Oriente.
Negli Stati Uniti, l’attività economica si è confermata in sostenuta crescita nel primo trimestre. Sebbene la spinta del settore terziario si sia leggermente attenuata, la manifattura è tornata a mostrare un andamento positivo. I consumi si sono mantenuti solidi, così come il mercato del lavoro, e gli indicatori sulle costruzioni monofamiliari hanno inoltre evidenziato una modesta ripresa degli investimenti. In marzo l’inflazione è aumentata, attestandosi al 3,5% su base annua, a causa principalmente del rincaro nella componente energetica e nei costi legati alle abitazioni. Le stime più recenti ipotizzano una crescita del PIL nel 2024 del 2,7%.
Nell’Eurozona, invece, prosegue il ristagno economico. Nonostante alcuni segnali di recupero nei servizi, il ciclo manifatturiero è rimasto fiacco. Le restrittive condizioni di accesso al credito hanno continuato a gravare sul settore delle costruzioni, oltre che sull’evoluzione della domanda domestica. Nel mercato del lavoro, invece, il tasso di disoccupazione ha raggiunto i minimi storici dall’avvio dell’Unione Monetaria. In marzo, l’inflazione al consumo è diminuita al 2,4%, grazie al rallentamento dei prezzi dei beni alimentari e industriali non energetici. Le più recenti proiezioni stimano una crescita del PIL nel 2024 dello 0,8%.
In Italia, i dati preliminari segnalano una modesta espansione dell’attività economica nel primo trimestre. La produzione industriale si è contratta, anche a causa della fase congiunturale dei principali partner commerciali del paese. L’edilizia, rimanendo in espansione, ha mostrato segnali di rallentamento, prevalentemente legati alla rimodulazione degli incentivi. Dal lato della domanda, permane il contrasto tra la dinamica dei consumi, ancora deboli, e l’andamento favorevole degli investimenti privati. In marzo l’inflazione è risalita all’1,2% su base annua, a causa di un più attenuato calo dei prezzi energetici, mentre la componente di fondo continua a decelerare. Il PIL 2024 è previsto in contenuto aumento (+0,7%).
Fra i paesi emergenti, in Messico, si stima che il rallentamento dell’attività economica, evidenziato negli ultimi mesi dello scorso anno, abbia caratterizzato anche l’inizio del 2024, influenzato dai minori investimenti pubblici in costruzioni oltre che dalla più debole domanda estera di beni durevoli. In Brasile, invece, si prevede uno scenario resiliente, dettato dalla tenuta dei consumi domestici, grazie all’aumento del salario minimo, alla riduzione degli impatti della stretta monetaria, oltre che al processo di disinflazione.
Nei primi mesi dell’anno, l’aumento della domanda di petrolio, l’estensione dei tagli alla produzione da parte dell’OPEC+ e le tensioni in Medio Oriente hanno generato pressioni rialziste sulle quotazioni del greggio. Al contrario, il prezzo di riferimento del gas naturale per i mercati europei ha continuato a flettere, in conseguenza alla debole produzione industriale, alle temperature superiori alla media stagionale, oltre che all’elevato livello degli stoccaggi.
La Federal Reserve e la Banca Centrale Europea hanno mantenuto l’orientamento restrittivo in essere, con tassi invariati nel primo trimestre. In Brasile, invece, la banca centrale ha ridotto il tasso di riferimento complessivamente dell’1% nei primi mesi dell’anno, mentre in Messico, il taglio è stato dello 0,25%.
In tale contesto, le vendite di cemento e clinker del gruppo, nel primo trimestre del 2024, sono state pari a 5,2 milioni di tonnellate, in diminuzione del 10,6% rispetto al precedente esercizio. Anche le vendite di calcestruzzo preconfezionato hanno chiuso in rallentamento (-11,2%), a quota 2,1 milioni di metri cubi.
Il fatturato consolidato è stato pari a 894,4 milioni, in calo del 6,4% rispetto ai 955,9 milioni nel 2023. Le variazioni nei tassi di cambio hanno inciso negativamente per 18,3 milioni. A cambi costanti, il fatturato sarebbe diminuito del 4,5%.
La tabella seguente illustra la ripartizione del fatturato per mercati di presenza.
Milioni di euro | 31/03/2024 | 31/03/2023 | ∆ % | ∆ % lfl |
Italia | 190,9 | 203,7 | -6,3 | -6,3 |
Stati Uniti d’America | 367,2 | 375,0 | -2,1 | -0,9 |
Germania | 170,3 | 195,1 | -12,7 | -12,7 |
Lussemburgo e Paesi Bassi | 41,1 | 53,9 | -23,7 | -23,7 |
Rep. Ceca e Slovacchia | 36,3 | 40,6 | -10,6 | -5,9 |
Polonia | 28,2 | 33,2 | -14,9 | -21,7 |
Ucraina | 16,7 | 9,7 | +72,6 | +82,3 |
Russia | 52,1 | 60,1 | -13,3 | +8,9 |
Elisioni | (8,5) | (15,4) | ||
894,4 | 955,9 | -6,4 | -4,5 | |
Messico (100%) | 267,7 | 242,0 | +10,6 | +1,8 |
Brasile (100%) | 90,3 | 92,5 | -2,5 | -5,9 |
La posizione finanziaria netta positiva a fine periodo, che comprende anche le attività finanziarie a lungo termine, ammonta a 790,5 milioni, contro i 798,0 milioni di fine 2023. Nel corso del periodo in esame, la società ha sostenuto spese in conto capitale pari a 106,2 milioni (60,9 milioni il corrispondente valore nel 2023).
Italia
Le nostre vendite di leganti idraulici e clinker, dopo un inizio anno positivo, sono state fortemente impattate nel mese di marzo dai minor giorni lavorativi legati alla Settimana Santa anticipata, così come dalle penalizzanti condizioni metereologiche. I volumi hanno quindi chiuso il trimestre in contrazione. Anche le vendite di calcestruzzo preconfezionato hanno mostrato un simile andamento. I prezzi unitari di vendita, invece, hanno registrato un miglioramento in avvio d’anno, sia nel cemento che nel calcestruzzo.
Nel complesso, il fatturato si è ridotto del 6,3%, passando da 203,7 a 190,9 milioni.
Stati Uniti d’America
Le quantità vendute di cemento sono diminuite nel primo trimestre, influenzate dal clima sfavorevole di inizio anno e dal già citato difficile confronto nel mese di marzo. Tali dinamiche si sono riflesse sulla produzione di calcestruzzo preconfezionato, che ha chiuso con segno negativo, anche a causa della carenza di personale addetto alla distribuzione. La stabilità della domanda sottostante ha permesso tuttavia di rafforzare ulteriormente i prezzi unitari di vendita ad inizio esercizio, portando il trimestre a chiudere con un effetto prezzo positivo anno su anno.
Il fatturato complessivo si è attestato a 367,2 milioni di euro, in lieve calo (-2,1%) rispetto ai 375,0 milioni realizzati nello stesso periodo del 2023. L’indebolimento del dollaro (-1,2%) ha influenzato negativamente la traduzione dei risultati in euro; a parità di cambio il fatturato sarebbe rimasto sostanzialmente stabile (-0,9%).
Europa Centrale
In Germania, i volumi di vendita, sia di cemento che di calcestruzzo, hanno continuato a registrare un andamento piuttosto negativo, in linea con la generalizzata debolezza del mercato, aggravata anche dallo sfavorevole confronto con lo stesso periodo del 2023. I prezzi di vendita hanno mantenuto i livelli di uscita dello scorso esercizio, ma grazie all’effetto trascinamento hanno continuato a mostrare un deciso rafforzamento anno su anno.
Il fatturato si è contratto del 12,7%, attestandosi a 170,3 milioni (195,1 milioni nel 2023).
In Lussemburgo e Paesi Bassi, le nostre consegne di cemento e calcestruzzo, dopo il significativo calo registrato nello scorso esercizio, si sono ridotte anche nel primo trimestre del 2024, in conseguenza alla persistente debolezza della domanda domestica ed estera. I prezzi di vendita sono risultati stabili anno su anno nel settore del cemento, e in lieve miglioramento nel comparto del calcestruzzo preconfezionato.
Il fatturato è stato pari a 41,1 milioni, in forte contrazione (-23,7%) rispetto al 2023 (53,9 milioni).
Europa Orientale
In Repubblica Ceca, i volumi di vendita di cemento hanno chiuso il trimestre in moderata flessione rispetto al 2023, mentre i prezzi in valuta locale hanno mostrato un’evoluzione positiva. I dati di produzione riferiti alla divisione calcestruzzo preconfezionato, Slovacchia compresa, hanno manifestato un andamento negativo più marcato, per effetto della recente cessione degli attivi nella Slovacchia orientale.
Il fatturato si è attestato a 36,3 milioni, in contrazione del 10,6% rispetto a quanto raggiunto nello scorso esercizio (40,6 milioni), risentendo anche del deprezzamento della corona ceca (-5,4%). A parità di cambio, infatti, la flessione del fatturato sarebbe stata del 5,9%.
In Polonia, i nostri volumi di vendita di cemento hanno chiuso il periodo in decisa contrazione, a causa della generalizzata debolezza della domanda e del difficile confronto con il primo trimestre dello scorso anno, sostenuto dalla coda di alcuni progetti derivanti da un più brillante 2022. I prezzi di vendita hanno mostrato uno sviluppo decisamente positivo, sia per l’effetto trascinamento dei precedenti rialzi, che per un ulteriore rafforzamento in avvio d’anno. Nel settore del calcestruzzo, invece, i volumi hanno chiuso il trimestre in crescita.
Il fatturato è passato da 33,2 a 28,2 milioni di euro (-14,9%). La rivalutazione dello zloty polacco (+8,0%) ha positivamente impattato sui risultati in euro; a parità di cambio, infatti, il fatturato sarebbe diminuito del 21,7%.
In Ucraina, i nostri volumi di vendita di cemento e calcestruzzo hanno continuato a recuperare terreno, principalmente a sostegno dei lavori di ricostruzione. Tuttavia, il perdurare del conflitto preclude ancora il ritorno alla normale attività. I prezzi di vendita sia cemento che calcestruzzo preconfezionato hanno espresso una buona crescita anno su anno.
Il fatturato si è attestato a quota 16,7 milioni di euro, in aumento del 72,6% (9,7 milioni nel 2023). Il deprezzamento della valuta locale (-5,7%) ha sfavorevolmente influito sulla traduzione in euro dei ricavi; a parità di cambio il fatturato avrebbe registrato un incremento dell’82,3%.
In Russia, il management locale che presidia le attività riporta che i volumi di vendita sono stati inferiori a quelli dello scorso anno. La variazione dei prezzi di vendita, in valuta locale, si è invece confermata in deciso aumento, mentre la svalutazione del rublo (-25,6%) ha negativamente contribuito ai risultati.
I ricavi netti, infatti, sono stati pari a 52,1 milioni di euro, in calo del 13,3% rispetto ai 60,1 milioni del 2023. A parità di cambio il fatturato sarebbe cresciuto dell’8,9%.
Messico (valutazione al patrimonio netto)
La nostra joint venture ha chiuso il trimestre con una flessione nei volumi di vendita del cemento, compensata da un ulteriore rafforzamento del livello dei prezzi in avvio d’anno. Il settore del calcestruzzo, invece, ha evidenziato una dinamica positiva sia in termini di volumi che di prezzi di vendita.
Con riferimento al 100% della joint venture, i ricavi netti hanno raggiunto i 267,7 milioni di euro, in crescita del 10,6% rispetto ai 242,0 milioni realizzati nel 2023. L’apprezzamento del peso messicano (+8,0%), ha inciso favorevolmente sulla conversione in euro. A parità di cambio, il fatturato sarebbe aumentato dell’1,8%.
Brasile (valutazione al patrimonio netto)
Le quantità vendute dalla joint venture si sono attestate su livelli inferiori rispetto allo scorso esercizio, con andamenti differenti nelle diverse aree di presenza. Il calo più evidente è stato registrato nel Sud-Est del paese, a causa della crescente competizione nella regione di Minas Gerais, mentre più resiliente è risultata l’evoluzione nel Nord-Est. I prezzi di vendita in valuta locale sono rimasti stabili anno su anno.
Il fatturato in euro, riferito al 100% della joint venture, è diminuito del 2,5% passando da 92,5 milioni nel 2023, a 90,3 milioni nel periodo in esame. L’apprezzamento del real brasiliano (+3,6%) ha positivamente contribuito alla traduzione in euro del fatturato, che a parità di cambio si sarebbe ridotto del 5,9%.
Evoluzione prevedibile della gestione
I risultati riportati nel primo trimestre hanno confermato una generalizzata debolezza della domanda, ancora accompagnata da una tendenza favorevole dei prezzi in quasi tutti i mercati di presenza. Il rallentamento verificatosi nelle consegne di cemento e calcestruzzo ha chiaramente risentito di un difficile confronto con il precedente esercizio, e riteniamo che tale dinamica possa essere almeno in parte riassorbita nei successivi trimestri dell’anno.
Le aspettative delineate con la pubblicazione dei risultati annuali appaiono coerenti con le più recenti proiezioni macroeconomiche. In particolare, ci attendiamo che la domanda in Italia e Stati Uniti possa continuare a beneficiare della spinta derivante dagli investimenti infrastrutturali, anche sostenuta da un, seppur debole, miglioramento nel comparto residenziale. Negli altri paesi europei appartenenti all’UE, invece, ci aspettiamo che lo sfidante contesto congiunturale possa ancora gravare sull’attività edile. In Messico e Brasile resta attuale uno scenario di stabilizzazione e graduale ripresa della domanda.
In conclusione, i risultati consuntivati nei primi mesi del 2024 non hanno evidenziato significativi elementi di novità. Riteniamo quindi ragionevole confermare l’evoluzione prevista nel comunicato di fine marzo, ovvero che l’anno in corso possa chiudersi con risultati operativi simili a quelli, estremamente soddisfacenti, raggiunti nel 2023.
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Indicatori alternativi di performance
Buzzi utilizza nell’informativa finanziaria alcuni indicatori alternativi di performance che, pur essendo molto diffusi, non sono definiti o specificati dai principi contabili. Di seguito la definizione di quelli compresi nella presente informativa:
Posizione finanziaria netta: rappresenta un indicatore della struttura finanziaria e corrisponde alla differenza tra le passività e le attività finanziarie, sia a breve sia a lungo termine. Quindi, comprende tutte le passività o attività fruttifere d’interesse e quelle a esse collegate, quali gli strumenti finanziari derivati e i ratei.
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