Approvati i risultati dell’esercizio 2020
Volumi di vendita stabili, grazie al progresso negli Stati Uniti, al marginale incremento in Russia e alla stabilità della Germania; variazione negativa in Italia ed Europa Orientale
Margine operativo lordo in miglioramento del 7,2% a 781 milioni e risultato operativo di 524 milioni (+11,9% sul 2019), grazie alla dinamica favorevole dei prezzi e dei costi di produzione, al netto dell’effetto cambio sfavorevole
Indebitamento netto scende a 242 milioni grazie alla forte generazione di cassa operativa e la dismissione dell’azienda Kosmos Cement
Dividendo proposto: 25 centesimi per azione ordinaria (15 centesimi per azione ordinaria e 17,4 centesimi per azione risparmio nel 2019)
Dati consolidati | 2020 | 2019 | %20/19 | |
Vendite di cemento e clinker | t/000 | 29.250 | 29.122 | 0,4% |
Vendite di calcestruzzo | m3/000 | 11.743 | 12.120 | -3,1% |
Fatturato | €/m | 3.222 | 3.221 | - |
Margine Operativo Lordo | €/m | 781 | 728 | 7,2% |
Margine Operativo Lordo ricorrente | €/m | 785 | 732 | 7,2% |
Utile netto degli azionisti | €/m | 560 | 386 | 45,2% |
dic-20 | dic-19 | Var. | ||
Indebitamento netto | €/m | 242 | 568 | (326) |
Il Consiglio di Amministrazione di Buzzi Unicem SpA si è riunito in data odierna per l’esame dei bilanci civilistico e consolidato dell’esercizio chiuso al 31 dicembre 2020.
Nell’esercizio appena concluso, il gruppo ha venduto 29,3 milioni di tonnellate di cemento (+0,4% rispetto al 2019) e 11,7 milioni di metri cubi di calcestruzzo preconfezionato (-3,1%).
In Italia, dopo la netta contrazione dell’economia avvenuta nel secondo trimestre, dovuta all’introduzione dei provvedimenti restrittivi volti a limitare la diffusione della pandemia Covid-19, l’attività economica nel corso dei mesi estivi, con l’allentamento delle misure di contenimento, ha mostrato una ripresa superiore alle attese: il PIL del terzo trimestre è aumentato del 15,9% circa, sostenuto dal recupero delle esportazioni e dalla solidità della domanda nazionale, recuperando quasi tre quarti della perdita cumulata nel primo semestre. Tuttavia, nel quarto trimestre, l’aggravarsi del quadro epidemiologico ha reso necessaria l’introduzione di nuove restrizioni alla mobilità e all’attività economica, aventi un impatto significativo sul settore del commercio e dei servizi, ma solo marginale per il comparto manifatturiero, che hanno frenato la ripresa economica in atto. In tale contesto, la produzione industriale, dopo il deciso recupero in estate e la contrazione nell’ultimo trimestre è risultata in flessione del 11,4%. Le esportazioni di beni e servizi, sia all’interno dell’Unione che verso i paesi extra UE, decisamente deboli nel corso del primo semestre a causa della frenata del commercio internazionale, hanno significativamente recuperato nel terzo trimestre e poi nuovamente rallentato in autunno. L’incremento del reddito disponibile registrato nel corso dell’estate, rimasto comunque al di sotto dei livelli pre-pandemia, dopo la forte contrazione del primo semestre, ha sostenuto la spesa delle famiglie, anch’essa indebolitasi però nella parte finale dell’anno. La ripresa dell’attività produttiva nei mesi estivi ha permesso un recupero dell’occupazione e una riduzione del ricorso a strumenti di integrazione salariale. Tuttavia, le ultime rilevazioni relative al quarto trimestre dell’anno indicano una ripresa delle richieste di Cassa Integrazione Guadagni e un rallentamento nella creazione di nuovi posti di lavoro. Nel settore delle costruzioni, la crescita registrata nel terzo trimestre, frutto della positiva evoluzione nel comparto delle opere pubbliche e della stabilità del comparto residenziale, non è riuscita a compensare le perdite subite nei trimestri precedenti, dovute alla chiusura forzata dei cantieri.
Per quanto riguarda le nazioni dell’Europa Centrale, in Germania, dopo la netta contrazione dell’attività economica avvenuta nei primi sei mesi dell’anno a causa dello scoppio della pandemia Covid-19, l’allentamento delle misure restrittive volte al contenimento dei contagi ed i pacchetti di stimolo fiscale varati dal Governo al fine di sostenere imprese, consumi e occupazione, hanno favorito il recupero del PIL nel terzo trimestre (+8,5%), sostenuto dalla ripresa nel settore dei servizi e nell’attività manifatturiera. Le esportazioni nette, particolarmente deboli nel primo semestre a causa delle difficoltà economiche affrontate anche dai principali partner commerciali, alla fine del terzo trimestre risultavano ancora significativamente al di sotto dei livelli antecedenti la pandemia, nonostante i segnali di ripresa mostrati nei mesi estivi. Nel quarto trimestre, la recrudescenza della pandemia ha reso necessaria l’imposizione di ulteriori restrizioni alla mobilità personale che hanno penalizzato particolarmente il settore dei servizi, e solo marginalmente l’attività manifatturiera, favorita dalla solidità dei consumi interni. In un contesto caratterizzato dal rallentamento degli investimenti, il settore delle costruzioni ha comunque mantenuto una certa stabilità, sostenuto dal comparto residenziale. In Lussemburgo, le misure di contenimento adottate nel corso del primo semestre e del quarto trimestre hanno significativamente impattato i consumi interni, gli investimenti e le esportazioni di beni e servizi non finanziari. Tuttavia, i programmi pubblici messi in atto per sostenere famiglie e imprese, nonché la solidità del settore finanziario, hanno mitigato l’impatto negativo sulla crescita del PIL per l’anno 2020.
Esaminando i mercati dell’Europa Orientale, in Russia, alla netta contrazione nel primo semestre, dovuta alla rapida diffusione della pandemia nel Paese e alla conseguente introduzione di misure di contenimento riguardanti limitazioni alla mobilità e blocchi delle attività produttive e commerciali, è seguito un parziale recupero dell’attività economica, spinto dalle misure di stimolo fiscale introdotte dal Governo per sostenere l’occupazione, le famiglie e le imprese, nonché dalla sensibile ripresa della domanda globale di idrocarburi, mentre gli investimenti, in particolare quelli pubblici, hanno mostrato un andamento negativo. Le misure di contenimento della pandemia, oltre alle basse quotazioni degli idrocarburi per buona parte dell’anno, hanno pesato sull’andamento del settore delle costruzioni. In Polonia, alla marcata contrazione dell’economia rilevata nel primo semestre, conseguente all’introduzione di misure restrittive volte al contenimento della diffusione pandemica, è seguito un terzo trimestre che ha mostrato un vigoroso recupero della produzione industriale, sostenuta dall’aumento della spesa pubblica e dalla ripresa della domanda interna e delle esportazioni. Tuttavia, la recrudescenza della pandemia nel corso dell’ultimo trimestre ha nuovamente frenato la ripresa economica. Il settore delle costruzioni ha mostrato una moderata flessione, con i comparti residenziale e commerciale particolarmente deboli, mentre gli investimenti in infrastrutture hanno mantenuto un andamento positivo. In Repubblica Ceca, nei mesi estivi l’attività manifatturiera ed i consumi hanno mostrato una evidente accelerazione, grazie alla ripresa delle esportazioni e della domanda interna, in grado tuttavia di recuperare solo parzialmente la contrazione avvenuta nel corso del primo semestre. Inoltre, il peggioramento del quadro epidemiologico a partire dal mese di settembre, che ha portato all’introduzione di nuove misure restrittive, ha aumentato l’incertezza e ha ulteriormente indebolito la fiducia di famiglie e imprese, interrompendo la ripresa economica in atto. Il livello degli investimenti in costruzioni ha mostrato un modesto rallentamento, dovuto alla debolezza dei comparti residenziale e commerciale, mentre gli investimenti infrastrutturali hanno mantenuto un andamento positivo. In Ucraina, la brusca frenata dell’economia avvenuta nel primo semestre, conseguente allo scoppio della pandemia e alle severe misure di contenimento adottate, ha interrotto il ciclo economico positivo, in atto dal 2016. Nel trimestre estivo, con l’allentamento graduale delle restrizioni, si è assistito a un parziale recupero della domanda interna ed estera, che ha favorito il progresso dell’attività manifatturiera ed estrattiva, particolarmente deboli nei mesi precedenti. Un nuovo rallentamento, tuttavia, è avvenuto nel corso dell’ultimo trimestre, a causa dell’aggravamento del quadro epidemiologico nel paese.
In Stati Uniti d’America, dopo un secondo trimestre particolarmente debole, durante il quale l’attività economica ha registrato la più forte contrazione dal dopoguerra ad oggi, nei mesi estivi, con l’allentamento delle misure restrittive introdotte in primavera al fine di limitare la diffusione dei contagi, la congiuntura ha mostrato un chiaro rimbalzo. Dopo aver registrato una perdita di oltre 20 milioni di posti di lavoro nel secondo trimestre, l’occupazione ha recuperato, alimentando la rapida ripresa dei consumi e gli stimoli fiscali e monetari hanno sostenuto famiglie e imprese. L’aggravamento del quadro epidemiologico a partire dal mese di ottobre ha reso necessaria l’introduzione di nuove misure restrittive che, grazie alla loro natura più locale, hanno avuto un impatto limitato sull’attività economica. Gli investimenti in costruzioni sono previsti stabili rispetto all’anno precedente, sostenuti dallo sviluppo del comparto residenziale, dalla stabilizzazione delle infrastrutture, mentre la contrazione nel commerciale è stata marcata.
Il fatturato consolidato è rimasto praticamente invariato tra i due esercizi passando da 3.221,4 a 3.222,4 milioni di euro; le variazioni di perimetro hanno avuto un effetto positivo di 12,6 milioni, mentre l’effetto cambio è stato sfavorevole per 69,2 milioni; a parità di condizioni il fatturato sarebbe cresciuto del 1,8%.
Il margine operativo lordo si è attestato a 780,8 milioni, in aumento del 7,2% rispetto ai 728,1 milioni dell’anno precedente. L’effetto cambio è stato negativo per 20,6 milioni. Il dato dell’esercizio in esame comprende costi non ricorrenti netti per 4,2 milioni, riferibili principalmente a oneri legali, professionali e di ristrutturazione. Nel 2019 gli oneri non ricorrenti erano stati simili (4,0 milioni).
Escludendo le componenti non ricorrenti, il margine operativo lordo è passato da 732,1 a 785,0 milioni (+7,2%), con un’incidenza sul fatturato del 24,4% (22,7% nel 2019). Il rafforzamento dei risultati operativi in Stati Uniti d’America, Germania ed Europa Orientale, Polonia in particolare, ottenuti nonostante un effetto cambio sfavorevole, hanno più che compensato il rallentamento registrato in Italia e Benelux.
Gli ammortamenti e le svalutazioni sono ammontati a 256,9 milioni, contro i 259,9 milioni dell’esercizio precedente. Il risultato operativo si è attestato a 524 milioni, in aumento rispetto a 468,2 milioni del 2019. Gli oneri finanziari netti sono scesi da 58,6 a 0,3 milioni, principalmente grazie alla variazione favorevole degli utili/perdite su cambi e del fair value degli strumenti derivati. Le plusvalenze da realizzo partecipazioni hanno registrato un contributo positivo di 3,6 milioni, mentre i risultati delle partecipazioni valutate a patrimonio netto sono passati da 73,8 a 173,1 milioni, di cui 103,6 milioni relativi alla cessione d’azienda realizzata da Kosmos Cement. Per effetto di quanto esposto, l’utile prima delle imposte si è attestato a 700,3 milioni, in aumento rispetto ai 482,0 milioni dell’esercizio precedente. Il carico fiscale dell’esercizio è stato pari a 139,8 milioni, contro 96,0 milioni del 2019; la corrispondente aliquota si è fermata al 20%, in linea con il livello dello scorso periodo. Pertanto, il conto economico dell’esercizio 2020 si è chiuso con un utile netto di 560,5 milioni (385,9 milioni nel 2019). Il risultato attribuibile agli azionisti della società è passato da 385,7 a 560,2 milioni nell’esercizio in esame.
L’indebitamento finanziario netto del gruppo a fine 2020 si è attestato a 241,6 milioni, in riduzione di 326,2 milioni rispetto a 567,8 milioni di fine 2019. Il miglioramento della posizione finanziaria netta è stato realizzato grazie al favorevole andamento del flusso di cassa generato dall’attività operativa ed all’incasso del dividendo di 143 milioni, riferito alla vendita di tutte le attività della collegata Kosmos Cement, già nel primo trimestre. La posizione finanziaria netta sopra indicata, inoltre, considera il debito per il dividendo straordinario collegato all’operazione di conversione delle azioni risparmio, pari a circa 144 milioni, già saldato ad inizio febbraio 2021. Nell’esercizio appena trascorso, il gruppo ha distribuito dividendi per 31,8 milioni ed ha pagato investimenti industriali per complessivi 257,5 milioni, di cui 11,1 milioni destinati a progetti di incremento della capacità produttiva o speciali, tra cui: realizzazione del nuovo reparto macinazione cemento a Korkino in Russia (5,4 milioni), costruzione di un nuovo deposito del clinker a San Antonio in Texas (1,6 milioni), dove hanno anche avuto inizio i lavori per l’installazione di un impianto fotovoltaico (1,1 milioni).
Il patrimonio netto al 31 dicembre 2020, inclusa la quota spettante agli azionisti terzi, si è attestato a 3.603,0 milioni contro 3.690,8 milioni di fine 2019; il rapporto indebitamento netto/patrimonio netto è diminuito a 0,07 contro 0,15 del precedente esercizio.
La società capogruppo Buzzi Unicem SpA ha chiuso l’esercizio con un utile netto di 293,4 milioni di euro (82,7 milioni nel 2019) ed un flusso di cassa di 331,9 milioni.
Italia
Le nostre quantità vendute di leganti idraulici e clinker, dopo un primo semestre in netta diminuzione, hanno mantenuto un positivo andamento nella seconda parte dell’anno, grazie al rafforzamento della domanda interna, recuperando parzialmente quanto perso durante il blocco produttivo e commerciale (-2,8%). I prezzi medi di vendita, nel complesso dell’anno, hanno mostrato uno sviluppo positivo. Il settore del calcestruzzo preconfezionato ha realizzato una contrazione più evidente (-5,4%), nonostante il buon recupero avvenuto nel corso del secondo semestre, con prezzi anch’essi in miglioramento.
Tale andamento di volumi e prezzi ha generato un fatturato pari a 501,1 milioni, in diminuzione di 0,7% (504,7 milioni nel 2019); a parità di perimetro il fatturato sarebbe diminuito del 2,1%. I costi unitari di produzione hanno mostrato una moderata flessione grazie ai risparmi ottenuti nei costi dei combustibili e dell’energia elettrica, al netto dell’incremento dei costi fissi. Il margine operativo lordo ha raggiunto i 33,8 milioni, in diminuzione del 22,1% rispetto a 43,4 milioni dell’anno precedente; a parità di perimetro il margine operativo lordo sarebbe diminuito del 17,2%. Occorre tuttavia ricordare che il dato dell’esercizio in esame comprende oneri non ricorrenti netti per 1,6 milioni, di cui 2,4 milioni riferiti a costi di ristrutturazione, 0,7 milioni per spese professionali e 1,5 milioni, con segno contrario, per rilascio di un fondo rischi (erano 3,6 milioni i costi non ricorrenti netti nel 2019). Il margine operativo lordo ricorrente è risultato quindi pari a 35,5 milioni, in calo del 24,5% rispetto a 47,0 milioni nel 2019. Nell’esercizio non sono stati realizzati altri ricavi operativi derivanti da vendite all’interno del gruppo di quote emissione CO2 (rispetto a 23,8 milioni nel 2019).
Europa Centrale
In Germania, le nostre consegne di leganti idraulici, dopo una prima parte del 2020 in leggera flessione, nel corso del secondo semestre hanno manifestato un buon sviluppo, accompagnato da una variazione favorevole dei prezzi medi di vendita, che ha permesso di recuperare lo svantaggio cumulato nei primi sei mesi (+0,4%). Il settore del calcestruzzo preconfezionato ha mostrato una produzione in crescita (+4,6%) rispetto al 2019, grazie anche al contributo addizionale degli impianti acquisiti lo scorso anno a Düsseldorf, con prezzi parimenti in rafforzamento.
Il fatturato complessivo è così passato da 679,6 a 717,0 milioni (+5,5%) ed il margine operativo lordo è aumentato da 102,3 a 123,8 milioni (+21,0%). A parità di perimetro il fatturato e il margine operativo lordo sarebbero aumentati rispettivamente del 4,7% e del 20,5%. Occorre ricordare che il dato dell’esercizio precedente comprendeva una posta non ricorrente di 0,4 milioni per costi di ristrutturazione. Al netto degli effetti non ricorrenti, il margine operativo lordo ha mostrato un miglioramento di 21,2 milioni sull’anno precedente (+20,6%). I risparmi ottenuti nel costo dei combustibili e dei diritti di emissione CO2 hanno bilanciato un certo incremento dell’energia elettrica e dei costi fissi; i costi unitari di produzione hanno così registrato una piccola variazione favorevole. Si rammenta che nel 2020 sono stati sostenuti costi operativi pari a 16,5 milioni per diritti emissione CO2 (20,3 milioni nel 2019).
In Lussemburgo e Paesi Bassi, le nostre spedizioni di cemento e clinker non sono riuscite a colmare lo svantaggio cumulato durante i primi sei mesi dell’anno, caratterizzato dall’interruzione delle attività produttive e commerciali dello stabilimento, chiudendo con una variazione sfavorevole rispetto ai livelli di fine 2019 (-4,8%), associata a prezzi medi di vendita appena superiori. Il settore del calcestruzzo preconfezionato, nonostante un parziale segnale di recupero mostrato nel corso dell’ultimo trimestre, ha chiuso l’anno anch’esso in flessione (-2,3%), seppur con prezzi in miglioramento.
Il fatturato è stato pari a 191,7 milioni, in flessione di 0,4% rispetto all’esercizio precedente (192,5 milioni). Il margine operativo lordo si è attestato a 21,7 milioni (22,7 milioni nel 2019). Nonostante i sensibili risparmi ottenuti nei costi per combustibili e quote CO2, i costi unitari di produzione hanno mostrato una variazione sfavorevole, principalmente a causa dell’aumento dei costi fissi e dell’energia elettrica. Si rammenta che nell’esercizio sono stati sostenuti costi operativi pari a 2,1 milioni per diritti emissione CO2 (2,3 milioni nel 2019).
Europa Orientale
In Polonia, le nostre vendite di cemento, nonostante un secondo semestre nel complesso positivo, hanno chiuso il 2020 in arretramento rispetto ai livelli raggiunti l’anno precedente (-5,3%). Per contro, il livello medio dei prezzi di vendita, in valuta locale, ha mostrato un deciso progresso. La produzione di calcestruzzo preconfezionato ha registrato una più netta flessione (-17,9%), con prezzi in leggero avanzamento. Il fatturato è passato da 123,8 a 117,8 milioni (-4,8%) ed il margine operativo lordo è migliorato da 32,1 a 35,3 milioni (+10,0%). Occorre tuttavia ricordare che il deprezzamento della valuta locale (-3,4%) ha influito sulla traduzione dei risultati in euro; a parità di cambio il fatturato sarebbe diminuito del 1,6% ed il margine operativo lordo sarebbe aumentato del 13,5%.
I risparmi ottenuti nel costo per combustibili e per le quote di emissione CO2 hanno bilanciato solo parzialmente la crescita dei costi fissi e dell’energia elettrica; pertanto, i costi unitari di produzione in valuta locale hanno mostrato una variazione sfavorevole. Si rammenta che nell’esercizio sono stati sostenuti costi operativi pari a 6,5 milioni per diritti emissione CO2 (7,2 milioni nel 2019).
In Repubblica Ceca, le vendite di cemento, dopo il lieve progresso registrato nei primi sei mesi dell’anno, si sono nettamente contratte nel corso del secondo semestre, chiudendo sotto i livelli raggiunti a fine 2019 (-3,3%). Peraltro, l’andamento dei prezzi medi, espressi in valuta locale, si è confermato rialzista. Il settore del calcestruzzo preconfezionato, comprendente anche la Slovacchia, ha fatto registrare livelli di produzione ancora più deboli (-7,3%); ciononostante l’effetto prezzi è stato favorevole.
I ricavi netti consolidati si sono attestati a 159,5 milioni (168,2 milioni nel 2019, -5,2%) ed il margine operativo lordo è passato da 46,3 a 46,8 milioni (+1,1%). Occorre tuttavia ricordare che il deprezzamento della corona ceca (-3,1%) ha impattato sulla traduzione dei risultati in euro; a parità del tasso di cambio, la variazione negativa del fatturato sarebbe stata del 2,7% mentre il margine operativo lordo sarebbe aumentato di 4,2% .
Il miglioramento dei costi unitari di produzione in valuta locale è da ricondursi ai risparmi ottenuti nei costi dei combustibili, dei diritti di emissione CO2 e della componente fissa, mentre l’energia elettrica ha mostrato uno sviluppo sfavorevole. Si rammenta che nell’esercizio sono stati sostenuti costi operativi pari a 1,7 milioni per diritti emissione CO2 (2,3 milioni nel 2019).
In Ucraina, le vendite di cemento, nonostante il buon andamento rilevato nei mesi di novembre e dicembre, hanno solo parzialmente recuperato lo svantaggio cumulato nel primo semestre, chiudendo il 2020 in flessione (-4,5%) rispetto al 2019, penalizzate dall’emergenza pandemica e dall’incremento delle importazioni dalla Turchia, particolarmente intense nella parte meridionale del Paese. La difesa della quota di mercato ha comportato una leggera discesa nel livello medio dei prezzi. Le produzioni di calcestruzzo preconfezionato hanno mostrato una più marcata debolezza (-9,5%), accompagnata da prezzi di vendita anch’essi in riduzione.
I ricavi di vendita si sono attestati a 116,1 milioni, in diminuzione rispetto ai 131,9 milioni raggiunti nel 2019 (-12,0%), ma il margine operativo lordo è comunque passato da 21,0 a 21,9 milioni (+4,3%). La perdita di valore della valuta locale (-6,7%) ha impattato negativamente sulla traduzione del risultato in euro; a parità di cambio il giro d’affari sarebbe diminuito del 6,1% ed il margine operativo sarebbe aumentato del 11,0%. Nonostante la variazione sfavorevole della componente fissa, i costi unitari di produzione in valuta locale hanno espresso una dinamica favorevole, grazie al notevole risparmio ottenuto nei costi per il combustibile.
In Russia, le vendite di cemento, dopo un primo semestre in visibile arretramento dovuto alle difficoltà legate allo scoppio della pandemia, nella seconda parte del 2020 hanno mostrato un andamento positivo, particolarmente evidente nel quarto trimestre, grazie anche a condizioni climatiche favorevoli (+2,0%). I prezzi di vendita unitari, in valuta locale, hanno confermato la favorevole intonazione già espressa nel primo semestre dell’anno. Nonostante il recupero delle quotazioni del petrolio a partire dal mese di giugno, la domanda di cementi speciali “oil-well” è rimasta debole. I ricavi netti si sono attestati a 195,8 milioni, in flessione rispetto ai 214,5 milioni del precedente esercizio (-8,7%) e il margine operativo lordo è passato da 57,7 a 52,9 milioni (-8,3%). L’indebolimento del rublo (-14,2%) ha inciso sfavorevolmente sulla traduzione dei risultati in euro; a parità di cambio, i ricavi sarebbero aumentati del 3,5% ed il margine operativo lordo del 4,8%. Occorre ricordare che il dato dell’esercizio comprende oneri non ricorrenti per 2,6 milioni, riferiti ad una vertenza legale in corso: al netto di tale componente, il margine operativo lordo ricorrente è risultato pari a 55,5 milioni, in calo del 3,7% rispetto al 2019. La redditività caratteristica, in aumento rispetto allo scorso esercizio, si è confermata su livelli superiori alla media del gruppo (28,3%). I costi unitari di produzione, espressi in valuta locale, sono rimasti stabili, influenzati negativamente dall’andamento sfavorevole dei costi per energia elettrica e, marginalmente, dei combustibili.
Stati Uniti d’America
Le nostre vendite di leganti idraulici, grazie a condizioni climatiche nel complesso favorevoli, particolarmente nei mesi invernali, ed alla solidità della domanda, nel corso del secondo semestre hanno confermato lo sviluppo positivo, chiudendo l’esercizio con un buon progresso rispetto al 2019 (+5,0%). I prezzi di vendita, in valuta locale, nel complesso dell’anno hanno mostrato solo un leggero miglioramento. La produzione di calcestruzzo preconfezionato, presente essenzialmente in Texas, durante il secondo semestre ha evidenziato una certa debolezza, già rilevata nei primi sei mesi, chiudendo l’anno in flessione rispetto al 2019 (-4,2%), con prezzi di vendita, in valuta locale, in leggera crescita.
Il fatturato complessivo si è attestato a 1.260,6 milioni, in aumento (+1,5%) rispetto ai 1.242,5 milioni del 2019, mentre il margine operativo lordo è passato da 402,7 a 444,2 milioni di euro (+10,3%). Il deprezzamento del dollaro (-2,0%), particolarmente evidente nella seconda parte dell’anno, ha avuto un impatto negativo sulla traduzione dei risultati in euro; a parità di cambio i ricavi netti e il margine operativo lordo sarebbero cresciuti rispettivamente del 3,5% e del 12,5%. La redditività caratteristica, in miglioramento, si conferma ai massimi livelli del gruppo (35,2%). I costi unitari di produzione, espressi in valuta locale, hanno mostrato una dinamica favorevole, grazie ai risparmi ottenuti sia nei costi fissi sia nei fattori energetici, combustibili in particolare.
Messico (valutazione al patrimonio netto)
Le vendite della collegata Corporación Moctezuma, nel corso del secondo semestre hanno registrato un chiaro rafforzamento, grazie al deciso recupero dell’attività nel settore dei lavori pubblici, chiudendo il 2020 in notevole progresso rispetto all’anno precedente (+12,4%), con prezzi, in valuta locale, senza variazioni di rilievo. Le vendite di calcestruzzo preconfezionato hanno, invece, confermato la debolezza già rilevata nel primo semestre, chiudendo l’anno in evidente calo rispetto al 2019 (-15,7%), con prezzi, sempre in valuta locale, in arretramento. Il fatturato ha raggiunto i 573,8 milioni di euro, in flessione del 3,3% sull’esercizio precedente, mentre il margine operativo lordo si è attestato a 265,0 milioni, in aumento rispetto ai 252,2 milioni del 2019. Il deprezzamento del peso messicano (-13,7%) ha condizionato la traduzione dei risultati in euro: a parità di cambio il fatturato e il margine operativo lordo sarebbero aumentati rispettivamente del 10,0% e del 19,5%. L’andamento favorevole dei costi unitari di produzione è stato realizzato grazie ai risparmi ottenuti nelle principali voci di costo. La quota di risultato riferita al Messico, compresa nella voce di bilancio in cui confluiscono le valutazioni al patrimonio netto, ammonta a 58,1 milioni (52,9 milioni nel 2019).
Brasile (valutazione al patrimonio netto)
Nel secondo semestre del 2020, le spedizioni di cemento realizzate dalla nostra joint venture hanno confermato l’intonazione positiva già registrata nei primi sei mesi, chiudendo l’esercizio in deciso rialzo (+9,3%) rispetto ai livelli raggiunti nel 2019, con prezzi di vendita, espressi in valuta locale, in evidente miglioramento. Il fatturato, riferito al 100% della collegata, si è attestato a 139,1 milioni, in leggero avanzamento (+3,2%) rispetto ai 134,7 milioni dell’esercizio precedente, mentre il margine operativo lordo ha raggiunto i 48,0 milioni, in netto aumento rispetto ai 23,4 milioni del 2019. Sulla traduzione dei risultati in euro ha impattato la forte svalutazione del real brasiliano (-33,6%): a parità di cambio, il fatturato sarebbe aumentato del 37,9% e il margine operativo lordo sarebbe stato pari a circa 2,7 volte il risultato dell’esercizio precedente. La riduzione dei costi unitari di produzione è stata favorita dalla dinamica positiva dei costi fissi, associata ai risparmi ottenuti nei fattori energetici. La quota di risultato riferita al Brasile, compresa nella voce di bilancio in cui confluiscono le valutazioni al patrimonio netto, ammonta a 0,4 milioni (-0,7 milioni nel 2019).
Evoluzione prevedibile della gestione
In Italia, gli investimenti in costruzioni si prevedono in crescita moderata, favorita principalmente dal comparto del recupero abitativo e da una graduale ripresa dell’attività nei comparti commerciale e pubblico. In tale contesto, riteniamo probabile un miglioramento delle nostre vendite, anche grazie al confronto con un 2020 molto condizionato (specialmente nel primo semestre) dalla pandemia Covid-19. Ci attendiamo uno sviluppo positivo dei prezzi di vendita ma costi energetici in netta risalita.
In Europa Centrale, prevediamo volumi di vendita in leggero arretramento. In un quadro generale di aumento dei costi, soprattutto quelli relativi ai fattori energetici ed ai diritti di emissione CO2, i prezzi di vendita dovrebbero continuare a rafforzarsi. In sintesi, ci attendiamo qualche peggioramento dei risultati operativi.
In Polonia, riteniamo probabile che la domanda di cemento, dopo la flessione riscontrata nel 2020, rimanga stabile, con prezzi ancora in rafforzamento, e quindi che i risultati operativi possano chiudere in marginale progresso.
Diversamente, in Repubblica Ceca e Slovacchia stimiamo una variazione sfavorevole dei volumi di vendita, in uno scenario di prezzi stabili. Pertanto, riteniamo che l’andamento economico nella regione risulti penalizzato rispetto all’esercizio 2020.
In Ucraina, in un contesto macroeconomico ancora piuttosto incerto, si profila una perdurante pressione sul fronte delle importazioni di cemento attraverso il Mar Nero. L’andamento operativo dovrebbe essere caratterizzato da volumi di vendita in moderata flessione, prezzi stabili e costi in aumento. Tali dinamiche, suggeriscono una variazione negativa dei risultati operativi.
In Russia, riteniamo che la resilienza della domanda di cemento e la risalita del prezzo del petrolio si possano riflettere sulla dinamica delle nostre vendite. Le condizioni di mercato attese dovrebbero permettere la tenuta dei prezzi di vendita, associata alla stabilità delle principali voci di costo. Il margine operativo lordo, in valuta locale, potrebbe quindi esprimere una limitata variazione positiva. Tuttavia, la conferma della debolezza del rublo, che si è già manifestata nella seconda parte del 2020, condurrebbe ad un arretramento rispetto ai risultati dello scorso esercizio.
In Stati Uniti d’America, le prospettive di ripresa economica per l’anno in corso dovrebbero riflettersi solo parzialmente sulla crescita degli investimenti in costruzioni, previsti in moderato sviluppo. Al netto di alcune probabili difficoltà nel settore del calcestruzzo preconfezionato, prevediamo un miglioramento dei prezzi abbastanza differenziato in base alle situazioni competitive locali. Più certo, sfortunatamente, il quadro di inflazione settoriale che si sta profilando per tutte le principali voci di costo. Il margine operativo lordo, in valuta locale, dovrebbe mostrare una evoluzione negativa rispetto al livello raggiunto lo scorso esercizio, ritornando sui livelli del 2019. La debolezza del dollaro, se confermata, comporterebbe una ulteriore contrazione dei risultati.
In conclusione, a livello consolidato, riteniamo verosimile per il 2021 una diminuzione del margine operativo lordo ricorrente, rispetto agli ottimi risultati raggiunti nel periodo precedente. Il rallentamento potrà essere più o meno significativo a seconda di come evolverà la pandemia nei prossimi mesi ed il suo impatto sull’attività economica nelle aree geografiche in cui il gruppo opera.
Il programma delle spese in conto capitale approvato per il 2021 è più significativo di quello dell’esercizio appena trascorso e comprende diversi progetti finalizzati al miglioramento continuo dell’efficienza operativa ed agli sfidanti obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 ai quali il gruppo tende.
Dichiarazione consolidata non finanziaria 2020
Il Consiglio di Amministrazione ha approvato la Dichiarazione consolidata di carattere non finanziario compresa nel Bilancio di Sostenibilità 2020, in ottemperanza a quanto previsto dal D.Lgs. n. 254/2016.
La Dichiarazione consolidata non finanziaria costituisce un resoconto distinto e separato rispetto alla relazione sulla gestione; essa verrà messa a disposizione del pubblico contestualmente alla pubblicazione del progetto di bilancio d'esercizio e del bilancio consolidato 2020.
Proposta di destinazione del risultato d’esercizio
All’Assemblea degli Azionisti fissata in unica convocazione per il giorno 7 maggio 2021 sarà proposto un dividendo di 25 centesimi per ogni azione ordinaria. Il pagamento del dividendo, se approvato dall’Assemblea, avrà luogo a partire dal 26 maggio 2021 (con data stacco 24 maggio 2021 e “record date” 25 maggio 2021).
In considerazione dell’emergenza sanitaria connessa all’epidemia da Covid-19, la società ha deciso di avvalersi della facoltà - di cui all’art. 106, comma 4, del D.L. 17 marzo 2020, n. 18 e successive modificazioni - di prevedere che l’intervento e l’esercizio del diritto di voto in Assemblea possa avvenire esclusivamente per il tramite del rappresentante designato dalla società ai sensi dell’art. 135-undecies del D.Lgs. n. 58/1998.
Rinnovo autorizzazione per acquisto/disposizione azioni proprie
Il Consiglio di Amministrazione ha deciso di sottoporre all’approvazione dell’Assemblea ordinaria degli Azionisti la proposta di autorizzazione (con correlativa revoca per la parte non utilizzata dell'analoga autorizzazione adottata l’8 maggio 2020) all’acquisto di ulteriori massime n. 7.000.000 azioni ordinarie. L’autorizzazione è richiesta, altresì, per la disposizione delle azioni proprie detenute dalla società.
La proposta di autorizzazione all’acquisto nonché alla disposizione di azioni proprie è motivata dalla finalità di consentire alla società di intervenire nell’eventualità di oscillazioni delle quotazioni delle azioni della società al di fuori delle normali fluttuazioni del mercato azionario, nei limiti in cui ciò sia conforme alla normativa vigente o a prassi di mercato ammesse, nonché di dotare la società di uno strumento di investimento della liquidità. Ulteriore motivazione all’acquisto di azioni proprie può essere quella di disporne come corrispettivo in operazioni straordinarie, anche di scambio di partecipazioni, di permuta, di conferimento o di conversione di prestiti obbligazionari di futura eventuale emissione, o per l’eventuale distribuzione, a titolo oneroso o gratuito, a favore di amministratori, dipendenti e collaboratori della società o di società del gruppo nonché per eventuali assegnazioni gratuite ai soci.
L’autorizzazione è richiesta per la durata di diciotto mesi a far data dall’approvazione dell’assemblea.
Il corrispettivo proposto per l’acquisto è compreso tra un minimo ed un massimo rispettivamente non inferiore e non superiore al 10% rispetto al prezzo di riferimento dell’azione ordinaria registrato nella seduta di Borsa del giorno precedente al compimento di ogni singola operazione.
Il controvalore massimo utilizzabile previsto per l’acquisto è pari a 150 milioni di euro.
Gli acquisti di azioni proprie verranno effettuati sul mercato, secondo le modalità operative stabilite nel regolamento di Borsa Italiana. La società potrà anche avvalersi delle modalità previste da eventuali prassi di mercato approvate da Consob, ove applicabili, nonché di quelle di cui all’art. 5 del Regolamento UE n. 596/2014.
Le operazioni di disposizione delle azioni proprie potranno avvenire in qualsiasi momento, in tutto o in parte, in una o più volte, sia mediante alienazione con corrispettivo in denaro sia quale corrispettivo in operazioni straordinarie, anche di scambio di partecipazioni, di permuta, di conferimento o di conversione di prestiti obbligazionari di futura eventuale emissione, nonché per l’eventuale distribuzione a favore di amministratori, dipendenti e collaboratori della società o di società controllate ai sensi dell'art. 2359 del codice civile ovvero per eventuali assegnazioni ai soci, anche sotto forma di dividendo.
A valere sulla precedente autorizzazione rilasciata dall’assemblea ordinaria dell’8 maggio 2020, la società ha acquistato n. 79.235 azioni proprie ordinarie e n. 30.724 azioni proprie risparmio.
Nell’ambito dell’operazione di conversione obbligatoria delle azioni di risparmio in azioni ordinarie, in data 18 gennaio 2021 la società ha acquisito n. 12 azioni di risparmio derivanti dall’esercizio del diritto di recesso spettante agli azionisti di risparmio ed in pari data le azioni proprie risparmio detenute sono state convertite in azioni ordinarie.
In conseguenza di quanto sopra e tenuto conto delle azioni proprie già detenute, alla data odierna la società detiene n. 494.316 azioni proprie ordinarie pari allo 0,257% dell’intero capitale sociale.
Altre delibere assembleari
L’Assemblea è stata altresì convocata in sede ordinaria per assumere le necessarie deliberazioni in merito:
- all’approvazione della Sezione Prima della Relazione sulla politica in materia di remunerazione e sui compensi corrisposti, ai sensi dell’art. 123 ter, commi 3 bis e 3 ter, del D.Lgs. n. 58/1998;
- all’espressione del voto non vincolante sulla Sezione Seconda della Relazione sulla politica in materia di remunerazione e sui compensi corrisposti, ai sensi dell’art. 123 ter, comma 6, del D.Lgs. n. 58/1998.
Corporate Governance
Il Consiglio di Amministrazione ha approvato la relazione annuale sul governo societario e gli assetti proprietari, che verrà messa a disposizione del pubblico contestualmente alla messa a disposizione del progetto di bilancio d'esercizio e del bilancio consolidato 2020.
Il Consiglio di Amministrazione ha altresì valutato la sussistenza dei requisiti di indipendenza di cui al Codice di Autodisciplina di Borsa in capo ai consiglieri Elsa Fornero, Aldo Fumagalli Romario, Antonella Musy, Linda Orsola Gilli, Mario Paterlini, Gianfelice Rocca e Giovanna Vitelli.
Prestiti obbligazionari
Nel periodo dal 1 gennaio al 31 dicembre 2020 non sono stati emessi nuovi prestiti obbligazionari.
Nei 18 mesi successivi al 31 dicembre 2020 non sono previsti rimborsi in linea capitale di prestiti obbligazionari.
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Il dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari, Elisa Bressan, dichiara ai sensi del comma 2 articolo 154 bis del Testo Unico della Finanza che l'informativa contabile contenuta nel presente comunicato corrisponde alle risultanze documentali, ai libri ed alle scritture contabili.
Contatti societari:
Segreteria Investor Relations
Ileana Colla
Phone. +39 0142 416 404
Email: icolla@buzziunicem.it
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I risultati del bilancio 2020 saranno illustrati nel corso di una conference call che si terrà giovedì 25 marzo alle ore 16:00. Per partecipare comporre il n. +39 02 805 88 11.