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28 marzo 2024

Approvati i risultati dell’esercizio 2023

Ricavi consolidati pari a 4.317 milioni, in crescita del 8,1% (+11,1% a cambi costanti), grazie alla positiva dinamica dei prezzi che ha più che compensato un andamento poco brillante dei volumi

Risultato senza precedenti nella storia del gruppo in termini di Margine Operativo Lordo, che si assesta a 1.243 milioni, in aumento del 40,7% (+45,2% a cambi costanti) 

Netto miglioramento della redditività caratteristica consolidata, vicina al 29% (22% nel 2022)

Cassa generata dalle operazioni pari a 1.050 milioni (575 milioni nel 2022), grazie agli eccezionali risultati operativi e un assorbimento di circolante più contenuto

Proposta di distribuire un dividendo pari a 60 centesimi per azione (+33% rispetto al 2022)

Proposta l’introduzione del voto maggiorato, nel limite massimo di due voti per azione

 

Dati consolidati   2023 2022 % 23/22
Vendite di cemento e clinker t/000 26.343 28.332 -7,0%
Vendite di calcestruzzo m3/000 10.050 11.510 -12,7%
Fatturato €/m 4.317 3.996 +8,1%
Margine Operativo Lordo €/m 1.243 884 +40,7%
Margine Operativo Lordo ricorrente €/m 1.237 892 +38,7%
Utile netto degli azionisti €/m 967 459 n.s.
         
    Dic 23 Dic 22 Var.
Posizione finanziaria netta positiva €/m 798 288 510

 

Il Consiglio di Amministrazione di Buzzi SpA si è riunito in data odierna per l’esame della Relazione finanziaria annuale dell’esercizio 2023 comprendente il progetto di bilancio d’esercizio, il bilancio consolidato e la relazione sulla gestione.

Sul quadro economico internazionale continuano a pesare i sempre più evidenti effetti della restrizione monetaria, il peggioramento della fiducia di consumatori e imprese, e le incertezze dettate dalle crescenti tensioni geopolitiche in Ucraina e Medio Oriente. Nell’ultima parte dell’anno, infatti, l’attività economica mondiale si è tendenzialmente indebolita, con scambi internazionali in contrazione. La produzione manifatturiera ha continuato a ristagnare, mentre la dinamica dei servizi ha perso vigore. Dopo un periodo di volatilità a inizio ottobre, i prezzi del greggio e del gas naturale si sono ridotti e hanno mantenuto livelli contenuti, nonostante gli attacchi al traffico navale nel Mar Rosso. Tale evoluzione ha contribuito al progressivo calo dell’inflazione complessiva globale, mentre, l’inflazione di fondo, seppur in discesa, ha dimostrato una maggiore persistenza, specialmente in quelle economie avanzate caratterizzate da un solido mercato del lavoro. In tale contesto, le più aggiornate stime del Fondo Monetario Internazionale puntano ad un rallentamento della crescita del PIL mondiale nel biennio 2023-2024, ovvero un tasso annuo del 3,1%. 

Negli Stati Uniti, l’economia ha dimostrato una buona tenuta nel corso dell’anno, così come confermato anche dal sostenuto incremento del PIL registrato nel terzo trimestre, sotto lo stimolo dei consumi privati e della spesa pubblica. Tuttavia, gli indicatori sugli ultimi mesi dell’anno suggeriscono una lieve decelerazione, segnalando una maggiore pressione finanziaria che inizia a gravare sui bilanci delle famiglie e delle aziende. Le condizioni del mercato del lavoro continuano ad essere favorevoli e l’inflazione, seppur in attenuazione, resta su valori elevati.

Nell’area euro, invece, la crescita del PIL reale si è ulteriormente allentata nel terzo trimestre confermando il previsto scenario di stagnazione dell’attività economica. I consumi privati e pubblici sono cresciuti moderatamente, mentre il sottomesso contributo degli investimenti maschera un chiaro contrasto tra la continua contrazione nelle costruzioni e la dinamica favorevole degli investimenti non edili. Persiste la divergenza tra settori, con un modesto andamento positivo registrato solo nel comparto dei servizi. Gli indicatori mensili evidenziano inoltre un quarto trimestre sommesso, caratterizzato anche da un rallentamento nel mercato del lavoro. Le ultime proiezioni prevedono infatti una crescita del PIL pari allo 0,5% sul 2023, in lieve miglioramento nel 2024 (0,9%).

In Italia, dopo l’accentuata volatilità della prima parte dell’anno, nel terzo trimestre il prodotto ha segnato una moderata espansione, grazie principalmente all’aumento dei consumi delle famiglie e al parziale recupero degli investimenti in costruzioni. Le stime sugli ultimi mesi del 2023 puntano tuttavia ad un ristagno. Nel quarto trimestre, infatti, l’attività manifatturiera è tornata in flessione, anche per effetto della debole fase congiunturale dei principali partner commerciali, in particolare la Germania, mentre nei servizi si consolidano i segnali di stabilizzazione del valore aggiunto. Dal lato della domanda, la sostanziale tenuta dei consumi si sarebbe contrapposta ad un calo degli investimenti, frenati dal peggioramento nelle condizioni di finanziamento.

Per quanto riguarda le economie emergenti, il secondo semestre ha confermato la dinamica espansiva dell’attività economica in Messico, trainata da una solida domanda domestica, oltre che da un dinamico andamento nell’edilizia e nei servizi. In Brasile, invece, dopo l’eccezionale crescita nel primo trimestre, l’attività economica ha mostrato segni di indebolimento nell’ultima parte dell’anno, anche se con una buona tenuta dei consumi ed un resiliente mercato del lavoro.

Nell’ultimo trimestre, le principali banche centrali hanno confermato le decisioni di politica monetaria implementate nei mesi precedenti. La Federal Reserve e la Banca Centrale Europea hanno infatti mantenuto invariato il livello dei tassi di interesse nei mesi autunnali, non promuovendo dunque ulteriori strette monetarie. Tra i mercati emergenti, anche il Messico non ha apportato modifiche ai tassi nell’ultima parte dell’anno. Prosegue invece l’allentamento della politica monetaria in Brasile, con un ribasso dei tassi di riferimento promosso a dicembre. 

A causa del difficile contesto macroeconomico, gli investimenti in costruzioni, ai quali è strettamente correlata l’evoluzione della domanda di cemento e calcestruzzo, hanno mostrato nel corso dell’anno una debole dinamica in Europa Centrale, Polonia e Repubblica Ceca. In Italia e Stati Uniti il settore edile ha invece registrato una maggiore resilienza, grazie principalmente al sostegno fornito dai progetti infrastrutturali e, sul territorio americano, anche alla rilocalizzazione del comparto industriale. 

Nel 2023, le vendite di cemento a livello consolidato sono ammontate a 26,3 milioni di tonnellate, in diminuzione del 7,0% rispetto al 2022. Il rallentamento generalizzato delle consegne, già evidenziato nel corso del primo semestre, si è protratto anche durante i successivi trimestri, particolarmente in Europa Centrale, Polonia e Repubblica Ceca, dove il comparto residenziale ha significativamente gravato sulla domanda. In Italia e Stati Uniti, invece, i volumi di vendita hanno mostrato una certa resilienza.
Le vendite di calcestruzzo preconfezionato sono state pari a 10,0 milioni di metri cubi, -12,7% rispetto al 2022, inferiori in tutti i paesi dove operano le nostre controllate, ad eccezione dell’Ucraina che seppur in ripresa, ha registrato ancora livelli lontani dal periodo precedente la guerra.

Il fatturato consolidato è passato da 3.995,5 a 4.317,5 milioni di euro; nel corso dell’anno non ci sono state variazioni di perimetro, mentre l’effetto cambio è stato sfavorevole per 123,5 milioni; a parità di condizioni il fatturato sarebbe migliorato del 11,1%. 

Il margine operativo lordo consolidato si è attestato a 1.243,2 milioni, in aumento del 40,7% rispetto ai 883,7 milioni dell’anno precedente. L’effetto cambio è stato sfavorevole per 39,7 milioni. Il dato dell’esercizio in esame comprende proventi non ricorrenti per 5,9 milioni (nel 2022 gli oneri non ricorrenti erano stati pari a 8,7 milioni). Escludendo le voci non ricorrenti, il margine operativo lordo è passato da 892,4 a 1.237,3 milioni, con un’incidenza sul fatturato del 28,7% (22% nel 2022). Il rafforzamento dei risultati operativi è stato visibile in tutti i mercati di presenza, ad eccezione della Russia su cui ha influito l’effetto cambio sfavorevole. Il miglioramento più evidente è da ricondursi ai risultati registrati in Italia, Germania e Stati Uniti.

Dopo ammortamenti per 248,2 milioni (259,3 milioni nel 2022) e svalutazioni delle attività fisse per 10,2 milioni, il risultato operativo si è attestato a 984,8 milioni, rispetto a 494,8 milioni nel 2022. Gli oneri finanziari netti sono passati da 23,1 a 5,4 milioni, in miglioramento grazie all’aumento degli interessi attivi e alla variazione nel saldo netto delle voci senza manifestazione monetaria, in particolare utili e perdite su cambi, nonostante il contributo negativo dalla valutazione al valore equo degli strumenti derivati. Nell’esercizio in esame i risultati delle partecipazioni valutate a patrimonio netto sono passati da 117,6 a 161,2 milioni. Per effetto di quanto esposto, l’utile prima delle imposte si è attestato a 1.140,9 milioni, quasi raddoppiato rispetto ai 589,3 milioni dell’esercizio precedente. Il carico fiscale dell’esercizio è stato pari a 174,1 milioni, contro 130,5 milioni del 2022. L’aliquota fiscale del 2023 è stata pari al 15% del reddito ante imposte (22% nel 2022, per effetto di alcuni costi significativi non deducibili fiscalmente). Pertanto, il conto economico dell’esercizio 2023 si è chiuso con un utile netto di 966,8 milioni (458,8 milioni nel 2022). Il risultato attribuibile agli azionisti della società ammonta a 966,5 milioni. 

La posizione finanziaria netta del gruppo a fine 2023 si è confermata positiva, attestandosi a 798,0 milioni, rispetto ai 288,2 milioni di fine 2022. Nell’esercizio appena trascorso, il gruppo ha distribuito dividendi per 83,3 milioni e pagato investimenti per complessivi 311,1 milioni, di cui circa 47 milioni dedicati ai programmi di decarbonizzazione e al miglioramento delle performance ambientali. In tale categoria rientrano gli investimenti per incrementare la produzione di cementi a minor contenuto di clinker, il maggior utilizzo di combustibili alternativi e la produzione in-house di energia elettrica. Una quota pari a 10,8 milioni è stata destinata a progetti di espansione, tra cui: l’incremento della capacità di macinazione a Festus in Missouri (5,5 milioni) e i lavori relativi alla costruzione del nuovo deposito clinker a San Antonio (2,4 milioni).     

Il patrimonio netto al 31 dicembre 2023, inclusa la quota spettante agli azionisti terzi, si è attestato a 5.632,0 milioni contro 4.911,5 milioni di fine 2022; il rapporto passività/patrimonio netto è diminuito a 35% contro 53% del precedente esercizio.

RIORGANIZZAZIONE SOCIETARIA
In data 1° gennaio 2023 è divenuto efficace il conferimento in natura del ramo d’azienda cemento Italia alla società Buzzi Unicem Srl, in esecuzione al progetto di revisione societaria.

Per effetto di tale operazione societaria, Buzzi SpA a partire dall’esercizio 2023 si qualifica come “holding di partecipazioni” focalizzata sul settore industriale del cemento, calcestruzzo preconfezionato e attività correlate.

La società capogruppo Buzzi SpA ha chiuso l’esercizio con un utile netto di 238,4 milioni di euro (489,3 milioni nel 2022) e un saldo debitorio di 540,0 milioni (763,3 milioni nel 2022).

ITALIA
Nel corso del 2023, gli investimenti in costruzioni hanno mostrato un andamento stagnante, gravato dalla dinamica negativa del mercato residenziale. Con la conclusione della stagione dei super incentivi, infatti, gli interventi per la manutenzione straordinaria del patrimonio residenziale hanno subito una sostanziale contrazione, mentre gli effetti delle restrizioni monetarie e delle pressioni inflazionistiche hanno indebolito il comparto del nuovo. I sommessi investimenti privati sono tuttavia stati in parte bilanciati dall’aumento della spesa pubblica, vero motore dell’industria nel corso dell’anno. L’accelerazione nell’attuazione del PNRR ha, da un lato, supportato l’evoluzione del segmento non-residenziale, dall’altro, favorito lo sviluppo di progetti infrastrutturali (+15,8%). Il consumo domestico di cemento è stimato in modesto calo (-1,5%).

Le nostre vendite di leganti idraulici e clinker, dopo un primo semestre in stagnazione e un calo registrato nel terzo trimestre, hanno recuperato terreno nei mesi autunnali, anche grazie al confronto con un quarto trimestre 2022 poco brillante. Guardando all’intero esercizio, i volumi hanno chiuso l’anno in crescita del 2,1%; lieve flessione, invece, per le produzioni del segmento calcestruzzo preconfezionato (-1,4%). I prezzi medi di cemento e calcestruzzo si sono confermati in miglioramento rispetto al periodo precedente. 
Tale andamento di volumi e prezzi ha generato un fatturato pari a 818,3 milioni, in aumento del 12,7% (726,2 milioni nel 2022). Il margine operativo lordo ha raggiunto quota 175,2 milioni, più che raddoppiato rispetto a 82,0 milioni dell’anno precedente. Il dato dell’esercizio in esame comprende costi non ricorrenti per 3,4 milioni; quindi, il margine operativo lordo ricorrente si è attestato a 178,6 milioni. 
Occorre ricordare che il dato dell’anno in esame ha beneficiato dell’effetto credito d’imposta dedicato alle imprese energivore, per un ammontare di circa 12 milioni, in riduzione rispetto ai 38 milioni del 2022. Nonostante il minor beneficio, il costo dell’energia elettrica ha comunque registrato un deciso calo rispetto ai livelli dell’esercizio precedente, determinando un visibile miglioramento dei costi unitari di produzione, influenzati anche dalla dinamica favorevole dei costi per combustibili. 

STATI UNITI D’AMERICA
Il settore edile ha dimostrato una buona resilienza nel corso dell’anno, nonostante il sottomesso comparto residenziale, gravato dal difficile accesso al credito e dalle pressioni inflattive. Tale dinamica negativa, infatti, si è contrapposta al rilevante incremento degli investimenti industriali, mirati alla rilocalizzazione delle produzioni sul territorio americano, oltre che dei progetti infrastrutturali sostenuti dai fondi governativi (IIJA). Il consumo domestico di cemento è stimato in lieve contrazione rispetto all’esercizio precedente (-2,9%).
Nonostante il recupero registrato nel quarto trimestre, le nostre vendite di cemento hanno chiuso l’anno in lieve calo rispetto al 2022 (-1,8%), per effetto della generalizzata debolezza nella domanda oltre che per alcune criticità logistiche lungo il fiume Mississippi. Le vendite di calcestruzzo preconfezionato invece hanno confermato la sfavorevole dinamica negli ultimi mesi dell’anno, chiudendo l’esercizio in flessione del 7,7%, penalizzate anche dalla carenza di autisti. Al contrario, i prezzi di vendita hanno realizzato un solido miglioramento rispetto all’esercizio precedente. 

Il fatturato complessivo si è attestato a 1.742,7 milioni, in aumento (+9,5%) rispetto ai 1.591,8 milioni del 2022, mentre il margine operativo lordo è passato da 497,5 a 639,1 milioni di euro (+28,5%). La svalutazione del dollaro (-2,7%) ha avuto un impatto negativo sulla traduzione dei risultati in euro; a parità di cambio i ricavi netti sarebbero cresciuti del 12,4% mentre il margine operativo lordo sarebbe migliorato del 31,9%. I costi unitari di produzione hanno registrato un lieve aumento per effetto di un peggioramento nella componente fissa. 

EUROPA CENTRALE
In Germania, i restrittivi tassi di interesse, la dinamica dei costi di costruzione e la significativa riduzione dei sussidi pubblici hanno penalizzato l’edilizia residenziale con particolare riferimento alle nuove costruzioni (-6,5%). Anche il comparto commerciale e quello industriale hanno subito lo sfavorevole scenario economico, mentre gli investimenti in infrastrutture hanno dimostrato un maggiore, seppur ancora debole rimbalzo. Le nostre spedizioni di leganti idraulici e calcestruzzo hanno chiuso il 2023 in decisa contrazione, rispettivamente del 20,9% e del 20,8%. I prezzi di vendita, sia nel cemento che nel calcestruzzo, hanno confermato i livelli già raggiunti nei primi nove mesi, anche nel corso dell’ultimo trimestre, segnando quindi un sostanziale miglioramento rispetto all’esercizio precedente.
Il fatturato complessivo è così passato da 798,8 a 872,0 milioni (+9,2%) e il margine operativo lordo è migliorato del 57,0% passando da 120,5 a 189,1 milioni. Al netto dei proventi non ricorrenti pari a 3,6 milioni, il margine operativo lordo ricorrente si è attestato a 185,5 milioni, in aumento del 54,0%. I costi unitari di produzione sono decisamente aumentati, impattati negativamente dalla dinamica dei costi per combustibili ed energia elettrica, più che raddoppiati. Nel 2023 sono stati sostenuti costi operativi pari a 5,4 milioni per diritti emissione CO2 (18,6 milioni nel 2022). 

In Lussemburgo e Paesi Bassi, l’indebolimento della domanda di cemento, già evidente nei primi nove mesi dell’anno, si è confermato nell’ultimo trimestre, portando i nostri volumi di vendita a chiudere l’anno in forte contrazione rispetto al 2022 (-39,0%). Anche le vendite di calcestruzzo hanno seguito una dinamica simile, ma con tassi più moderati (-20,6%). Nonostante questo, i prezzi medi di vendita hanno evidenziato un decisivo rafforzamento rispetto all’esercizio precedente, che tuttavia non è riuscito a bilanciare la sfavorevole domanda.
Il fatturato è stato pari a 214,1 milioni, in calo del 5,6% rispetto all’esercizio precedente (226,9 milioni), mentre il margine operativo lordo si è attestato a 28,1 milioni, in netto miglioramento rispetto ai 7,0 milioni del 2022. I rincari dei costi per combustibili ed energia elettrica, insieme all’aumento del costo del lavoro, hanno portato a un peggioramento dei costi unitari di produzione. Nell’esercizio non è stato sostenuto alcun costo operativo per diritti emissione CO2 (6,5 milioni nel 2022). La redditività è cresciuta grazie appunto a minori costi per diritti emissione CO2, a risparmi nella gestione della logistica e alla variazione favorevole delle scorte.

EUROPA ORIENTALE
In Polonia, il mercato dell’edilizia ha seguito il generale rallentamento congiunturale, pur registrando una moderata crescita sull’anno. La frenata è da attribuirsi principalmente all’evoluzione negativa delle nuove costruzioni residenziali (-5%), più che compensata dall’accelerazione degli investimenti in infrastrutture, legate prevalentemente al comparto energetico e minerario. In tale contesto, i nostri volumi di vendita nel cemento hanno mantenuto la dinamica piuttosto negativa del primo semestre chiudendo l’esercizio in calo del 13,1%. Anche le vendite di calcestruzzo preconfezionato sono risultate in contrazione (-8,0%), seppur con un ritmo più favorevole nella seconda parte dell’anno. Il miglioramento del livello dei prezzi si è confermato solido nel 2023.
Il fatturato è passato da 141,3 a 156,7 milioni (+10,9%) mentre il margine operativo lordo è migliorato del 40,4%, da 27,2 a 38,2 milioni. Occorre tuttavia ricordare che il rafforzamento della valuta locale (+3,1%) ha influito positivamente sulla traduzione dei risultati in euro; a parità di cambio il fatturato sarebbe aumentato del 7,5% e il margine operativo lordo sarebbe migliorato del 36,1%. I costi unitari di produzione sono visibilmente aumentati, impattati principalmente dai rincari dell’energia elettrica. Nell’esercizio sono stati sostenuti costi operativi pari a 0,8 milioni per diritti emissione CO2 (9,6 milioni nel 2022). 

In Repubblica Ceca e Slovacchia, lo sviluppo decisamente negativo delle nuove costruzioni residenziali (-15%) ha pesato fortemente sull’andamento del settore edile, nonostante la buona dinamica nel comparto industriale e della logistica. Ha invece favorevolmente contribuito lo sviluppo dei progetti di ristrutturazione e rinnovo, grazie ai sussidi statali principalmente finalizzati alla transizione energetica. Le nostre vendite di cemento, dopo la flessione nel primo semestre, hanno continuato a registrare una dinamica debole, chiudendo in contrazione del 16,1%, in linea con il generale andamento del mercato. Il livello dei prezzi in valuta locale si è consolidato in netto rafforzamento rispetto al 2022. Il settore del calcestruzzo preconfezionato, comprendente la Slovacchia, ha fatto registrare simili dinamiche, sia per quanto riguarda i volumi (-19,0%) che i prezzi di vendita.
I ricavi netti consolidati si sono attestati a 204,8 milioni (201,2 milioni nel 2022, +1,8%) e il margine operativo lordo è passato da 56,8 a 72,0 milioni (+26,8%). L’apprezzamento della corona ceca (+2,3%) ha impattato positivamente sulla traduzione dei risultati in euro; a parità del tasso di cambio, il giro d’affari avrebbe registrato valori in linea con l’esercizio precedente (-0,3%) mentre il margine operativo lordo sarebbe aumentato del 24,1%. Il risultato dell’esercizio in esame comprende plusvalenze non ricorrenti pari a 5,7 milioni, al netto dei quali, il margine operativo lordo è stato pari a 66,4 milioni, in aumento del 16,8%. I costi variabili di produzione hanno subito un peggioramento a causa dell’aumento nella componente energetica. Nell’esercizio non sono stati sostenuti costi per diritti emissione CO2 (8,5 milioni nel 2022). 

In Ucraina, le operazioni militari continuano a ostacolare le normali condizioni di mercato. Nonostante l’aumento dei costi energetici e dei salari, le misure adottate dalla banca centrale per preservare la stabilità del mercato valutario, insieme alle tariffe sui servizi di pubblica utilità e all’aumento nell’offerta dei beni alimentari, hanno permesso di allentare le pressioni inflazionistiche.
In tale contesto, i nostri volumi di vendita di cemento nel 2023 hanno ampiamente recuperato terreno (+32,7%), soprattutto per effetto del confronto con lo scorso esercizio in cui la produzione aveva subito delle lunghe fermate, con lo scoppiare del conflitto. Le produzioni di calcestruzzo preconfezionato hanno chiuso l’anno in rialzo (+7,1%) ma lontane dai livelli pre-guerra. I prezzi di vendita si sono confermati in deciso rafforzamento rispetto al 2022.
I ricavi di vendita sono stati pari a 85,6 milioni, in aumento rispetto ai 59,8 milioni raggiunti nel 2022. Il margine operativo lordo si è attestato a 5,6 milioni (fu negativo e pari a 6,8 milioni nel 2022). La perdita di valore della valuta locale (-16,2%) ha sfavorevolmente impattato sulla traduzione del risultato in euro; a parità di cambio il giro d’affari sarebbe cresciuto del 66,4% mentre il margine operativo lordo sarebbe stato di 6,5 milioni.
In data 20 giugno 2023, Buzzi ha raggiunto un accordo con CRH riguardante la cessione delle attività operanti in Ucraina. Il completamento della transazione è subordinato alla concessione delle autorizzazioni normative previste. 

In Russia, in ottemperanza alle sanzioni adottate dalle istituzioni europee, già dal mese di maggio 2022 Buzzi ha interrotto ogni coinvolgimento nelle attività operative delle società controllate operanti in loco. Di conseguenza le decisioni afferenti all’investimento possono essere prese solo attraverso l’assemblea degli azionisti e sono limitate a quelle che, in base al codice commerciale della Russia, spettano a tale organo, nonché a decisioni di natura straordinaria così come definite nello statuto. Le informazioni a nostra disposizione riguardo l’andamento della domanda e del mercato delle costruzioni sono pertanto molto limitate.
Alla data di bilancio, il valore patrimoniale delle attività nette in Russia ammonta a 330,5 milioni di euro.
Nel 2023 i ricavi netti si sono attestati a 284,6 milioni, in calo rispetto ai 290,4 milioni del precedente esercizio (-2,0%) e il margine operativo lordo è passato da 99,6 a 96,2 milioni (-3,4%). La svalutazione del rublo (-25,2%) ha inciso sfavorevolmente sulla traduzione dei risultati in euro; a parità di cambio, i ricavi sarebbero aumentati del 22,8% e il margine operativo lordo del 21,0%. 

MESSICO (VALUTAZIONE AL PATRIMONIO NETTO)
I volumi di vendita di cemento realizzati dalla nostra joint venture hanno chiuso il 2023 in aumento rispetto allo scorso esercizio (+7,8%), con prezzi medi in valuta locale in deciso rafforzamento anno su anno. Anche il settore del calcestruzzo preconfezionato ha seguito una dinamica simile, sia in termini di volumi (+9,6%), sia di prezzi.
Il fatturato, riferito al 100% della joint venture, ha raggiunto i 1.025,0 milioni di euro, in crescita del 33,4% sull’esercizio precedente, mentre il margine operativo lordo si è attestato a 465,5 milioni, superando largamente i 305,8 milioni del 2022. Il peso messicano ha mostrato un apprezzamento del 9,5%; a parità di cambio il giro d’affari sarebbe aumentato del 20,8% e il margine operativo lordo sarebbe migliorato del 37,8%. I costi unitari di produzione non hanno subito variazioni di rilievo, permettendo un significativo miglioramento della marginalità caratteristica, che è passata dal 39,8% al 45,4%.
La quota di risultato riferita al Messico, compresa nella voce di bilancio in cui confluiscono le valutazioni al patrimonio netto, ammonta a 110,4 milioni (70,4 milioni nel 2022).

BRASILE (VALUTAZIONE AL PATRIMONIO NETTO)
Le vendite della nostra joint venture hanno chiuso il 2023 in lieve calo (-2,7%), risentendo anche dell’effetto negativo delle abbondanti piogge cadute nella regione Sud-Est durante il primo trimestre. I prezzi in valuta locale, invece, si sono mantenuti sostanzialmente stabili anno su anno.
Il fatturato si è attestato a 394,0 milioni, pari al -1,6% rispetto ai 400,2 milioni dell’esercizio precedente, mentre il margine operativo lordo è stato pari a 88,7 milioni, in calo rispetto a 118,7 milioni del 2022. Sulla traduzione dei risultati in euro ha impattato il moderato apprezzamento del real brasiliano (+0,7%): a parità di cambio e perimetro, il fatturato e il margine operativo lordo si sarebbero ridotti rispettivamente del 2,3% e del 25,8%. Nonostante una sostanziale stabilità dei costi unitari di produzione, la variazione delle rimanenze e un lieve aumento delle spese amministrative e generali hanno contribuito negativamente ai risultati operativi. 
La quota di risultato riferita al Brasile, compresa nella voce di bilancio in cui confluiscono le valutazioni al patrimonio netto, ammonta a 25,1 milioni (31,3 milioni nel 2022). 

EVOLUZIONE PREVEDIBILE DELLA GESTIONE
Le ultime previsioni hanno corretto lievemente al rialzo le stime di crescita sull’attività economica globale nel 2024, grazie alla maggiore resilienza dimostrata in diversi mercati, tra cui gli Stati Uniti. Tuttavia, i tassi di crescita restano al disotto della media storica pre-pandemia, riflettendo il perdurare di un contesto sfidante, caratterizzato dalla politica monetaria restrittiva, dal ritiro dei sostegni fiscali e da elevati livelli di indebitamento. Il pressing delle Banche Centrali, qualche rallentamento del mercato del lavoro e l’evoluzione dei prezzi energetici, si stima possano accelerare la dinamica deflattiva, specialmente nelle economie avanzate. Permangono i rischi legati alle rinnovate tensioni geopolitiche in Ucraina e Medio Oriente. 

Nel settore delle costruzioni, stimiamo nel 2024 ancora un debole sviluppo del comparto residenziale, soprattutto nella UE, mentre gli investimenti infrastrutturali resteranno il principale motore del mercato, con effetti più evidenti in Stati Uniti e Italia. I prezzi energetici dovrebbero continuare ad attenuarsi, pur rimanendo lontani dai livelli pre-crisi. In tale contesto, riteniamo che l’impegno della nostra forza commerciale possa tradursi in un generale consolidamento del livello dei prezzi raggiunti, con ulteriori possibilità di rialzo.

In Stati Uniti, prevediamo che la domanda possa ulteriormente beneficiare del contributo del settore infrastrutture, sostenuto dal maggior afflusso di fondi sia a livello federale che statale. Anche gli investimenti legati all’attività di rilocazione industriale dovrebbero supportare il mercato, mentre le costruzioni residenziali continueranno a risentire della congiuntura macroeconomica. In tale contesto, riteniamo che i nostri volumi di vendita possano consolidare i livelli registrati nel 2023, in linea con il generalizzato andamento dell’industria. Per quanto riguarda i prezzi, assisteremo, probabilmente, a una generale diminuzione della derivata e a pressioni al ribasso da parte della clientela, specialmente laddove il cemento di importazione riesce ad essere competitivo. 

In Italia, prevediamo che il comparto residenziale possa ulteriormente indebolirsi sotto l’effetto delle difficili condizioni di accesso al credito e della ridotta propensione al rinnovo in assenza di incentivi. Le risorse derivanti dal PNRR, invece, dovrebbero continuare a sostenere la crescita degli investimenti infrastrutturali. In tale scenario, riteniamo che le nostre vendite possano confermare i livelli raggiunti nel 2023. Il risultato operativo, a parità di condizioni, sarà penalizzato dal mancato beneficio del credito di imposta destinato alle industrie energivore (circa 12 milioni di euro nel 2023). I produttori domestici continueranno a dover fronteggiare un difficile contesto competitivo, a causa delle importazioni provenienti da paesi con costi di produzioni più bassi e dove non sono previste limitazioni alle emissioni di CO2. Ci aspettiamo che le voci di costo variabili rimangano stabili mentre quelle fisse tenderanno ad aumentare (vedi effetto inflazione ritardato sul costo del lavoro). Pertanto, ci poniamo l’obiettivo di attuare una politica dei prezzi atta a preservare la marginalità.

In Europa Centrale e negli altri paesi dell’Europa Orientale appartenenti alla UE, il perdurare delle difficoltà nelle costruzioni residenziali continuerà a rallentare il settore, in assenza di una vera spinta nei progetti infrastrutturali. In tale contesto, prevediamo una dinamica debole anche per i nostri volumi di vendita, principalmente in paesi quali Germania e Repubblica Ceca, seppur con una discesa meno pronunciata rispetto all’andamento del 2023. L’evoluzione prevista dei costi di produzione non desta particolari preoccupazioni. Tuttavia, la debolezza dei volumi e un utilizzo della capacità produttiva inferiore ad una certa soglia potrebbero generare delle tensioni sui prezzi, con conseguenze negative sui risultati operativi. 

Discorso diverso per l’Ucraina, dove l’ipotesi attualmente più credibile è quella di nessuna soluzione al conflitto nel breve termine. In tale scenario, prevediamo che il mercato possa continuare a recuperare terreno, pur restando su volumi inferiori rispetto al periodo pre-guerra. In ogni caso, sulla base dell’accordo di cessione stipulato con CRH a giugno 2023, le attività nel paese dovrebbero essere deconsolidate entro la fine del corrente esercizio.  
Nel caso della Russia, a causa dell’attuale assetto di governance, non abbiamo elementi sufficienti per fornire indicazioni sui risultati attesi per l’esercizio 2024.

Per quanto riguarda le joint venture, in Messico, gli investimenti nel settore industriale legati ai piani di rilocalizzazione della produzione in paesi limitrofi da parte di numerose aziende statunitensi, insieme all’accelerazione dei progetti infrastrutturali nel Sud Est del paese, dovrebbero continuare a sostenere il mercato delle costruzioni. In tale contesto, prevediamo che le nostre vendite possano nella sostanza confermare i livelli raggiunti nel 2023.
In Brasile, pensiamo che, nel 2024, la stabilità della domanda e la dinamica dei prezzi possano favorire un recupero dei risultati operativi. 

In conclusione, siamo lieti di sottolineare che l’anno appena trascorso è stato il più positivo nella storia della nostra azienda, con risultati senza precedenti in termini di Margine Operativo Lordo e utile netto. Questo straordinario successo sottolinea l'impegno e il duro lavoro dei nostri manager, dipendenti e collaboratori, nonché l'efficacia delle nostre iniziative strategiche. Guardando all’esercizio in corso, sebbene sia lecito attendersi che i risultati operativi rimangano solidi, vicino ai livelli raggiunti nel 2023, è importante riconoscere la prevalenza di rischi al ribasso. Questo è in parte dovuto a una base di confronto molto impegnativa, definita dall'eccezionale performance nell'anno appena chiuso. Nonostante queste sfide, rimaniamo fiduciosi nella nostra capacità di affrontare le incertezze e cogliere le opportunità, sfruttando i punti di forza e la visione strategica per continuare a guidare il successo della società.

Per quanto concerne il programma di investimenti del 2024, prevediamo che possa essere più significativo rispetto a quanto realizzato nell’esercizio precedente. Sono compresi diversi progetti finalizzati al miglioramento continuo dell’efficienza operativa e alla riduzione delle emissioni di CO2, in linea con gli obiettivi di decarbonizzazione previsti dalla roadmap “Our Journey to Net Zero”.


DICHIARAZIONE CONSOLIDATA NON FINANZIARIA 2023
Il Consiglio di Amministrazione ha approvato la Dichiarazione consolidata di carattere non finanziario compresa nel Bilancio di Sostenibilità 2023, in ottemperanza a quanto previsto dal D.Lgs. n. 254/2016.
La Dichiarazione consolidata non finanziaria costituisce un resoconto distinto e separato rispetto alla relazione sulla gestione; essa verrà messa a disposizione del pubblico contestualmente alla pubblicazione del progetto di bilancio d'esercizio e del bilancio consolidato 2023.

PROPOSTA DI DESTINAZIONE DEL RISULTATO D’ESERCIZIO
All’Assemblea degli Azionisti, fissata in unica convocazione per il giorno 9 Maggio 2024, sarà proposto un dividendo di 0,60 euro per ogni azione. Il pagamento del dividendo, se approvato dall’Assemblea, avrà luogo a partire dal 22 maggio 2024 (con data stacco 20 maggio 2024 e “record date” 21 maggio 2024).
Ai sensi dell’art. 106, comma 4, del D.L. 17 marzo 2020, n. 18 come successivamente prorogato, l’intervento e l’esercizio del diritto di voto in Assemblea si svolgeranno esclusivamente per il tramite del rappresentante designato dalla società, individuato ai sensi dell’articolo 135-undecies del TUF, in Computershare S.p.A

RINNOVO AUTORIZZAZIONE PER ACQUISTO/DISPOSIZIONE AZIONI PROPRIE
Il Consiglio di Amministrazione ha deciso di sottoporre all’approvazione dell’Assemblea ordinaria degli Azionisti la proposta di autorizzazione (con correlativa revoca dell'analoga autorizzazione adottata il 12 maggio 2023) all’acquisto di azioni ordinarie della società fino a un numero che, tenuto conto delle azioni ordinarie di volta in volta detenute in portafoglio dalla società e dalle società da essa controllate, non sia complessivamente superiore al limite massimo stabilito dalla normativa pro tempore applicabile, e per un controvalore massimo di 200 milioni di euro.
L’autorizzazione è richiesta, altresì, per la disposizione delle azioni proprie detenute dalla società.
La proposta di autorizzazione all’acquisto nonché alla disposizione di azioni proprie è motivata dalla finalità di consentire alla società di intervenire nell’eventualità di oscillazioni delle quotazioni delle azioni della società al di fuori delle normali fluttuazioni del mercato azionario, nei limiti in cui ciò sia conforme alla normativa vigente o a prassi di mercato ammesse, nonché di dotare la società di uno strumento di investimento della liquidità. Ulteriore motivazione all’acquisto di azioni proprie può essere quella di disporne come corrispettivo in operazioni straordinarie, anche di scambio di partecipazioni, di permuta, di conferimento o di conversione di prestiti obbligazionari di futura eventuale emissione, o per l’eventuale distribuzione, a titolo oneroso o gratuito, a favore di amministratori, dipendenti e collaboratori della società o di società del gruppo nonché per eventuali assegnazioni gratuite ai soci.
L’autorizzazione è richiesta per la durata di diciotto mesi a far data dall’approvazione dell’assemblea.
Il corrispettivo proposto per l’acquisto è compreso tra un minimo e un massimo rispettivamente non inferiore e non superiore al 10% rispetto al prezzo di riferimento dell’azione ordinaria registrato nella seduta di Borsa del giorno precedente al compimento di ogni singola operazione.
Gli acquisti di azioni proprie verranno effettuati sul mercato, secondo le modalità operative stabilite nel regolamento di Borsa Italiana, in conformità all'art. 144 bis, comma 1, lett. b), c) e d)-ter del Regolamento Consob n. 11971/99 e successive modificazioni. La società potrà anche avvalersi delle modalità previste da eventuali prassi di mercato approvate da Consob, ove applicabili, nonché di quelle di cui all’art. 5 del Regolamento UE n. 596/2014.
Le operazioni di disposizione delle azioni proprie potranno avvenire in qualsiasi momento, in tutto o in parte, in una o più volte, sia mediante alienazione con corrispettivo in denaro sia quale corrispettivo in operazioni straordinarie, anche di scambio di partecipazioni, di permuta, di conferimento o di conversione di prestiti obbligazionari di futura eventuale emissione, nonché per l’eventuale distribuzione a favore di amministratori, dipendenti e collaboratori della società o di società controllate ai sensi dell'art. 2359 del codice civile ovvero per eventuali assegnazioni ai soci, anche sotto forma di dividendo.
A valere sulla precedente autorizzazione rilasciata dall’assemblea ordinaria del 12 maggio 2023, sino alla data odierna non sono state effettuate operazioni di acquisto o vendita di azioni proprie.
Alla data odierna la società detiene n. 7.494.316 azioni proprie ordinarie pari al 3,891% dell’intero capitale sociale.

ALTRE DELIBERE ASSEMBLEARI
L’Assemblea è stata altresì convocata per assumere le necessarie deliberazioni in merito:
in sede ordinaria:
-    all’approvazione della Sezione Prima della Relazione sulla politica in materia di remunerazione e sui compensi corrisposti, ai sensi dell’art. 123 ter, commi 3 bis e 3 ter, del D.Lgs. n. 58/1998;
-    all’espressione del voto non vincolante sulla Sezione Seconda della Relazione sulla politica in materia di remunerazione e sui compensi corrisposti, ai sensi dell’art. 123 ter, comma 6, del D.Lgs. n. 58/1998;
in sede straordinaria:
-    alla modifica dell’art. 5 dello Statuto sociale al fine di disciplinare l'istituto della "maggiorazione del voto” di cui all’art. 127-quinquies, comma 1, del D.Lgs. n. 58/1998. La proposta prevede che la maggiorazione del diritto di voto sia acquisita al decorrere del periodo minimo di 24 mesi previsto dalla legge. Per quanto attiene l’entità della maggiorazione del diritto di voto, il Consiglio di Amministrazione ha fissato il limite massimo della maggiorazione a due voti per ciascuna azione.
-    alla modifica dell’art. 9 dello Statuto sociale al fine di introdurre, ai sensi dell’art. 135-underdecies.1 del D.Lgs. n. 58/1998, la possibilità che l’intervento in assemblea e l’esercizio del diritto di voto avvengano esclusivamente tramite il rappresentante designato dalla società.
    Tale possibilità è stata introdotta dalla recente Legge n. 21 del 5 marzo 2024 con l’inserimento nel TUF del nuovo art. 135-underdecies.1.
Per informazioni di dettaglio sulle modifiche statutarie proposte, si rinvia alle relazioni illustrative del Consiglio di Amministrazione, che saranno rese disponibili nei termini di legge, sul meccanismo di stoccaggio “eMarket Storage” (www.emarketstorage.com), sul internet della società www.buzzi.com e presso la sede della società.

PIANO DI INCENTIVAZIONE MONETARIA LTI PER IL TRIENNIO 2024-2026 PER IL TOP MANAGEMENT
Il Consiglio di Amministrazione ha approvato l’adozione di un piano di incentivazione monetaria a lungo termine per il triennio 2024-2026 (LTI 2024-2026) destinato all’Amministratore Delegato, al Direttore Generale e al Chief Technology Officer.
Il piano è finalizzato ad incentivare i destinatari ad allineare il loro impegno e comportamento agli interessi degli azionisti, premiando gli sforzi per raggiungere gli obiettivi strategici, economici e di sostenibilità, e conseguire il miglioramento duraturo dei risultati aziendali.
Il piano LTI 2024-2026 è descritto nella Sezione I della Relazione sulla politica in materia di remunerazione e sui compensi corrisposti che verrà sottoposta all’Assemblea degli azionisti.

CORPORATE GOVERNANCE
Il Consiglio di Amministrazione ha approvato la relazione annuale sul governo societario e gli assetti proprietari, che verrà messa a disposizione del pubblico contestualmente alla messa a disposizione della Relazione finanziaria annuale al 31 dicembre 2023.
Il Consiglio di Amministrazione ha altresì valutato la sussistenza dei requisiti di indipendenza di cui al Codice di Autodisciplina di Borsa in capo ai consiglieri Aldo Fumagalli Romario, Antonella Musy, Linda Orsola Gilli, Marcella Logli e Giovanna Vitelli.
Il Collegio Sindacale ha riportato al Consiglio di Amministrazione di aver verificato il requisito di indipendenza dei suoi membri.


PRESTITI OBBLIGAZIONARI
Nel periodo dal 1° gennaio al 31 dicembre 2023 non sono stati emessi prestiti obbligazionari.

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Il dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari, Elisa Bressan, dichiara ai sensi del comma 2 articolo 154 bis del Testo Unico della Finanza che l'informativa contabile contenuta nel presente comunicato corrisponde alle risultanze documentali, ai libri ed alle scritture contabili.


Contatti societari:
Segreteria Investor Relations
Ileana Colla
Tel. +39 0142 416 404
E-mail: ileana.colla@buzzi.com 
Internet: www.buzzi.com 

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I risultati del bilancio 2023 saranno illustrati nel corso di una conference call che si terrà giovedì 28 marzo alle ore 16:30. Per partecipare comporre il n. +39 02 802 09 11.

 

Approvati i risultati dell’esercizio 2023