Informazioni preliminari esercizio 2017
Vendite cemento: 26,8 milioni di tonnellate (+4,4%); vendite calcestruzzo preconfezionato: 12,3 milioni di metri cubi (+3,1%)
Fatturato consolidato pari a 2.806 milioni (2.669 milioni nel 2016), in aumento di 5,1% (+3,7% a cambi e perimetro costanti)
Dati consolidati | 2017 | 2016 | % 17/16 | |||||||||||||
Cemento e clinker | m ton | 26,8 | 25,6 | +4,4 | ||||||||||||
Calcestruzzo | m m3 | 12,3 | 11,9 | +3,1 | ||||||||||||
Ricavi netti | €m | 2.806 | 2.669 | +5,1 | ||||||||||||
Dic 17 | Dic 16 | Var. | ||||||||||||||
Indebitamento netto | €m | 863 | 942 | (79) |
Il Consiglio di Amministrazione di Buzzi Unicem SpA si è riunito in data odierna per l’esame dei dati preliminari relativi all’esercizio appena trascorso.
Durante il 2017, le vendite realizzate dal gruppo hanno mostrato una dinamica favorevole in Italia, grazie alla variazione di perimetro conseguente al consolidamento integrale del gruppo Zillo dal secondo semestre, una chiara ripresa in Europa Centrale e, nel complesso, un adeguato recupero in Europa Orientale, con buona espansione in Repubblica Ceca e sviluppi positivi in Russia e Polonia, che hanno più che bilanciato una marginale flessione in Ucraina. Nella parte finale dell’esercizio, le consegne di cemento in Stati Uniti d’America sono state fortemente condizionate dall’ondata di maltempo e dalle temperature rigide; l’impatto del clima avverso ha comportato la perdita del vantaggio progressivo accumulato ed i nostri volumi si sono stabilizzati allo stesso livello realizzato nell’anno precedente.
L’espansione dell’attività economica, sia nelle principali economie avanzate sia in quelle emergenti, si è mantenuta solida e diffusa ed il quadro congiunturale, anche per quanto riguarda le prospettive a breve, si conferma positivo e favorevole. La crescita complessiva si è rafforzata nel terzo trimestre ed ha continuato ad essere sostenuta negli ultimi mesi dell’anno, mentre permane una generale debolezza di fondo dell’inflazione. In Stati Uniti d’America, dopo un temporaneo rallentamento nel primo trimestre, lo sviluppo espansivo, sempre sospinto dalla domanda interna, si è mantenuto in solida crescita, che potrebbe trovare, in prospettiva, ulteriore stimolo per gli effetti della riforma fiscale recentemente approvata. In Europa la crescita è proseguita ad un tasso rafforzato e sostenuto, trainata dai consumi e, dal terzo trimestre, dalla ripresa dalla domanda estera netta. Sebbene nell’ultimo biennio alla crescita complessiva abbiano contribuito in misura maggiore le economie dei paesi avanzati, la ripresa è proseguita anche nei paesi emergenti: in Cina la crescita si è stabilizzata, dopo aver superato le attese nei precedenti trimestri e, dai mesi estivi, in India e Brasile il PIL ha accelerato. Il commercio internazionale, che nei mesi estivi è cresciuto ad un tasso del 3,5%, con una dinamica più sostenuta delle importazioni della zona Euro e dei paesi emergenti dell’Asia diversi dalla Cina, è atteso in espansione al 5,4% per l’intero anno, confermando una crescita superiore a quella dell’attività economica. La pressione inflazionistica si è accentuata in Stati Uniti d’America (poco sopra al 2%), mentre in Europa si è attestata in dicembre al 1,4% ed è rimasta moderata nelle principali economie emergenti. Dalla fine di settembre è proseguito l’aumento dei corsi petroliferi, sospinti dalla dinamica vivace della domanda e dalla tenuta dell’intesa sul contenimento dell’offerta fra i principali paesi produttori di greggio. La Riserva federale ha aumentato i tassi, mentre il Consiglio direttivo della BCE ha ricalibrato gli strumenti di politica monetaria, preservando comunque, anche in prospettiva, condizioni monetarie molto espansive, mentre in Cina la banca centrale ha gradualmente inasprito le condizioni monetarie, favorendo un ulteriore incremento dei tassi.
In Italia l’attività economica ha accelerato nel terzo trimestre, confermando la tendenza favorevole, sebbene ancora inferiore alla media europea; all’espansione del prodotto hanno contribuito in eguale misura la domanda nazionale, stimolata in particolare dagli investimenti in beni strumentali, e l’interscambio con l’estero, con un più marcato rialzo delle esportazioni rispetto alle importazioni. La ripresa nel settore delle costruzioni, che è risultata modesta e più debole rispetto alle aspettative, si è maggiormente riflessa negli investimenti di rinnovo, mentre gli investimenti in nuove costruzioni hanno confermato ancora debolezza, acuita dal permanere di difficoltà nella capacità di spesa per investimenti dell’amministrazione pubblica. In Stati Uniti d’America gli investimenti in costruzioni hanno mantenuto una fase di moderata espansione, trainata ancora dal settore residenziale, ma con contrazioni nel comparto pubblico. In Germania l’andamento nel settore delle costruzioni ha mostrato un sensibile rafforzamento, in particolare nei settori del residenziale e delle infrastrutture pubbliche. In Repubblica Ceca e Polonia l’attività edilizia ha confermato sviluppi positivi. In Russia, nel quadro di generale consolidamento della ripresa economica, anche il settore delle costruzioni ha manifestato un progressivo miglioramento ed una certa ripresa degli investimenti; in modesta crescita anche gli investimenti in Ucraina.
Le vendite di cemento del gruppo sono ammontate a 26,8 milioni di tonnellate, +4,4% rispetto all’esercizio 2016. Le produzioni di calcestruzzo preconfezionato, pari a 12,3 milioni di metri cubi, sono anch’esse risultate in miglioramento rispetto ai volumi dell’esercizio precedente (+3,1%). Il fatturato consolidato è aumentato di 5,1%, passando da 2.669 a 2.806 milioni. Le variazioni dei tassi di cambio, costituite dalla svalutazione di dollaro e hryvnia ucraina e dalla rivalutazione di rublo russo, zloty polacco e corona ceca, hanno avuto un impatto complessivamente sfavorevole di 3 milioni. Il perimetro di consolidamento è variato in aumento per l’inclusione del gruppo Zillo dal 3 luglio 2017; pertanto, a cambi e perimetro costanti ci sarebbe stato un aumento del fatturato pari a 3,7%.
L’indebitamento finanziario netto a fine 2017 ammonta a 863 milioni, in diminuzione di 79 milioni rispetto ai 942 milioni di fine 2016. Il miglioramento della posizione finanziaria netta è stato realizzato grazie al flusso dell’attività operativa, considerando un impatto per l’acquisizione del gruppo Zillo pari a 113 milioni ed altri 29 milioni per investimenti di espansione, in buona parte relativi alla cosiddetta fase 2 della nuova linea produttiva a Maryneal (Texas). Da segnalare, inoltre, che tra le componenti passive dell’indebitamento netto è compreso il valore dell’opzione “cash settlement” abbinata al prestito obbligazionario convertibile in essere, per un importo pari a 93 milioni (105 milioni a fine 2016).
Italia
Nei mesi estivi il PIL è aumentato dello 0,4%, in leggera accelerazione rispetto al periodo precedente ed ha mantenuto lo stesso sviluppo anche nel quarto trimestre. All’espansione del prodotto hanno contribuito in eguale misura la domanda nazionale, stimolata in particolare dagli investimenti in beni strumentali, e l’interscambio con l’estero. La crescita del PIL, per l’intero 2017, viene stimata al 1,5%, in sensibile miglioramento rispetto all’anno precedente, anche se costantemente inferiore alla media europea. L’attività manifatturiera ha mantenuto una buona espansione anche dopo il forte incremento segnato in estate. L’occupazione ha continuato ad aumentare ed il tasso di disoccupazione si è collocato al 11% in novembre. La dinamica salariale è rimasta moderata e l’inflazione contenuta (1% in dicembre). Dal trimestre estivo le esportazioni, in particolare verso paesi dell’Unione europea non appartenenti all’area dell’euro ed in quelli extra UE, hanno registrato un marcato rialzo. Lo scenario delle costruzioni ha mantenuto indicazioni di ripresa, sebbene più debole rispetto alle aspettative, con investimenti in leggera crescita complessiva ma principalmente grazie alla riqualificazione degli immobili esistenti, mentre le nuove costruzioni hanno confermato una leggera flessione. I consumi interni di cemento hanno chiuso con una variazione positiva marginale sull’anno precedente (+0,3%), che ha finalmente interrotto la continua e strutturale riduzione della domanda avvenuta per 10 anni consecutivi (dal 2006 al 2016). Le nostre quantità vendute di leganti idraulici e clinker sono risultate in aumento del 19,5%, principalmente grazie al primo consolidamento integrale del gruppo Zillo dal secondo semestre, alla crescita dei volumi destinati all’esportazione oltre oceano ed alle vendite di clinker, con prezzi di vendita medi che, nel confronto anno su anno, sono leggermente diminuiti. Anche il settore del calcestruzzo preconfezionato ha tratto vantaggio dalla variazione di perimetro conseguente all’acquisizione Zillo, oltre a quella avvenuta nell’area di Milano metro nel 2016, ottenendo un sensibile incremento delle produzioni (+11,7%), peraltro realizzato con prezzi di vendita piuttosto deboli. Nel complesso il fatturato consolidato delle attività italiane si è attestato a 428 milioni, in aumento di 14,0% rispetto al 2016; parità di perimetro il fatturato sarebbe aumentato di 2,7%.
Europa Centrale
In Germania la crescita del prodotto, sostenuta dalla domanda interna e dalla ripresa delle esportazioni, si è rafforzata. Il quadro economico favorevole è stato caratterizzato da un elevato utilizzo della capacità produttiva ed un mercato del lavoro prossimo alla piena occupazione, in un contesto di spesa pubblica in accelerazione ed investimenti stimolati dalle vantaggiose condizioni di finanziamento e dall’elevato clima di fiducia. La crescita del PIL, che nel terzo trimestre ha accelerato al 0,8%, per l’intero anno è stimata al 2%. L’inflazione, piuttosto moderata, è risultata al 1,6% a fine anno. Il settore delle costruzioni ha confermato una buona crescita complessiva, particolarmente robusta nel comparto residenziale, per la crescente domanda di nuove abitazioni, e nel comparto ingegneria civile. Le nostre consegne di leganti idraulici, nel corso dell’esercizio hanno mantenuto uno sviluppo alquanto costante ed adeguato (+4,5%), favorito anche da una vivace domanda per i cosiddetti cementi “oil-well”. I prezzi di vendita hanno tenuto un andamento piuttosto lineare, chiudendo l’anno in marginale miglioramento. I volumi di produzione del settore calcestruzzo preconfezionato hanno chiuso il periodo in calo (-5,0%), ma con prezzi in recupero. Il fatturato complessivo è così passato da 572 milioni nel 2016 a 588 milioni nel 2017 (+2,7%).
In Lussemburgo e Paesi Bassi le quantità di cemento e clinker vendute, al lordo dei trasferimenti all’interno del gruppo, grazie al rafforzamento registrato nel secondo semestre sia nel mercato domestico sia nelle esportazioni, hanno chiuso l’anno in rialzo (+4,5%), con ricavi medi unitari in lieve miglioramento. Il settore calcestruzzo preconfezionato è stato caratterizzato da volumi decisamente brillanti (+15,8%) e prezzi in lieve flessione. Il fatturato complessivo è stato pari a 187 milioni, rispetto a 176 milioni nell’esercizio precedente (+6,4%).
Europa Orientale
In Polonia, nel corso del 2017, il ritmo di crescita economica ha accelerato al +3,8%, consolidando un ciclo congiunturale favorevole tra i più performanti in Europa. La ripresa è stata sostenuta dalla domanda interna, sospinta dal crescente livello del reddito disponibile in un contesto che ha confermato l’utilizzo della capacità produttiva ai massimi livelli, la disoccupazione ai minimi storici e conservato elevati indicatori di fiducia dei consumatori. Le esportazioni hanno continuato ad espandersi, ma sono state più che bilanciate dal rafforzamento delle importazioni, per l’accelerazione degli investimenti e dei consumi. La ripresa degli investimenti dal secondo semestre, in particolare quelli pubblici, è stata sostenuta dal rilancio dell’utilizzo dei fondi strutturali europei per infrastrutture, mentre gli investimenti privati hanno mantenuto uno sviluppo più graduale. Le quantità di cemento vendute dal gruppo hanno segnato una lieve variazione positiva (+0,7%), accompagnata da prezzi medi, in valuta locale, in miglioramento. La produzione di calcestruzzo preconfezionato ha invece mostrato una flessione (-7,9%), in uno scenario di prezzi stabili. Il fatturato, favorito dalla rivalutazione dello zloty, è passato da 95 a 97 milioni (+2,1%); a parità di cambio la variazione di fatturato sarebbe stata leggermente sfavorevole (-0,4%).
In Repubblica Ceca, grazie alla solida crescita della domanda interna ed alla ripresa degli investimenti e delle esportazioni, si è riattivata una più robusta fase di sviluppo economico. Il tasso di disoccupazione nel paese, che si è confermato come il più basso nella Unione Europea, è sceso al 3% ed i redditi disponibili delle famiglie si sono sensibilmente rafforzati. Le esportazioni nette, trainate dalla ripresa del commercio internazionale e degli investimenti sia privati che pubblici, hanno sostenuto nell’anno la crescita del prodotto. L’aumento del PIL per l’anno in corso è stimato al +3,5%, in sensibile miglioramento sull’anno precedente, mentre l’inflazione, in aumento, è stimata al 2,3% in dicembre. Il livello degli investimenti in costruzioni si è mantenuto favorevole, grazie al buon andamento delle opere private ed alla ripresa di quelle pubbliche per infrastrutture, cofinanziate dalla Unione Europea. Le nostre vendite di cemento hanno consuntivato un robusto trend di crescita (+8,2%), con prezzi medi di vendita espressi in valuta locale in marginale flessione. Il settore del calcestruzzo preconfezionato, che comprende anche la Slovacchia, ha realizzato livelli di produzione in analoga crescita (+10,5%), ad un prezzo medio migliorativo. I ricavi netti consolidati si sono quindi attestati a 148 milioni (+8,6%). Il rafforzamento della valuta locale ha inciso favorevolmente sul fatturato; a parità di cambio il giro d’affari sarebbe aumentato di 6,4%.
In Ucraina, il percorso di stabilizzazione e promozione della crescita economica in atto dal 2016 è proseguito, ma il ritmo della ripresa si è confermato alquanto modesto e non adeguato alle reali necessità e potenzialità del paese. Esso è stato condizionato dagli effetti delle riforme strutturali avviate (ma non completate) e dagli sviluppi del conflitto nelle regioni di confine verso Est, che hanno implicato contrazioni nei comparti produttivi dell’acciaio, carbone ed energia elettrica. Ampi miglioramenti sono stati realizzati nel settore manifatturiero ed un positivo sviluppo si è manifestato nel comparto dell’edilizia, nelle esportazioni di beni e negli investimenti. La crescita del PIL nel 2017, sebbene in miglioramento sull’anno precedente, si è fermata al 2%, mentre il tasso di inflazione, che pure si è lievemente ridotto, è rimasto su livelli elevati (+12,8%). Le quantità di cemento vendute dai nostri impianti industriali hanno chiuso l’esercizio con una marginale riduzione rispetto ai livelli raggiunti nel periodo precedente (-1,5%), in una situazione di prezzi in valuta locale che, sospinti dall’inflazione, sono risultati in notevole rialzo. Le produzioni di calcestruzzo preconfezionato hanno sviluppato una evidente espansione, con prezzi medi in valuta locale in aumento a doppia cifra percentuale. I ricavi di vendita si sono attestati a 95 milioni, rispetto a 80 milioni raggiunti nel 2016 (+18,5%). La traduzione del fatturato in euro è stata sfavorita dal persistente deprezzamento della valuta locale (effetto cambio sfavorevole di 5,8 milioni).
In Russia, valicata la fase recessiva del biennio precedente, lo sviluppo dell’economia nel corso del 2017 ha consolidato una moderata ripresa. La domanda interna si è rafforzata, sospinta dal recupero della produzione industriale, dai progressi del reddito disponibile, dal rallentamento dell’inflazione (2,5% in dicembre), dal rafforzamento del rublo e dal miglioramento del clima di fiducia. La contribuzione dalle esportazioni nette, dopo un periodo di lieve ripresa, è rientrata in territorio negativo per l’accelerazione delle importazioni, mentre si conferma positivo il livello degli investimenti, nonostante le limitazioni nell’offerta dei finanziamenti. La crescita del PIL per l’intero 2017 è attesa a 1,8%. I nostri volumi di vendita, in miglioramento nella seconda parte dell’anno, hanno chiuso l’intero periodo con una variazione favorevole sull’anno precedente di +1,7%, anche grazie al positivo andamento dei cementi speciali “oil-well”, con prezzi medi in valuta locale in crescita marginale. I ricavi netti si sono attestati a 184 milioni, rispetto a 154 milioni del precedente esercizio (+19,4%). Il rafforzamento del rublo ha inciso favorevolmente sul fatturato per 20,4 milioni; a cambi costanti, i ricavi sarebbero aumentati di 6,2%.
Stati Uniti d’America
La crescita del prodotto nei trimestri centrali dell’anno ha consolidato uno sviluppo sostenuto, superiore al 3%, assistito dalla solida espansione dei consumi ed i progressi del mercato del lavoro, oramai ai limiti della piena occupazione. La crescita prevista del PIL al 2,2% nel 2017, di recente rivista al rialzo, comporterebbe un sensibile miglioramento rispetto all’anno precedente, mentre l’inflazione si è collocata poco sopra al 2%. La Riserva federale ha alzato i tassi ed in ottobre ha preso avvio il graduale ridimensionamento del bilancio della Banca centrale. Gli investimenti in costruzioni hanno rallentato al +1,1%, con variazioni sempre positive nel comparto residenziale e commerciale ma contrazione nelle infrastrutture. Le vendite di leganti idraulici del gruppo, che nel corso del terzo trimestre avevano più che recuperato il lieve svantaggio accumulato nei primi sei mesi, a dicembre sono state assai condizionate dall’ondata di freddo che ha investito il paese, con temperature particolarmente rigide. L’andamento delle consegne è stato abbastanza disomogeneo nelle diverse regioni di presenza: consistente recupero dei cementi “oil-well”, rispetto ad una base di confronto agevole, graduale sviluppo nelle regioni del Midwest, fermo delle spedizioni per alcuni settimane a Houston e dintorni, a causa del devastante passaggio dell’uragano Harvey e, nel mese di dicembre, un inverno anticipato con nevicate e temperature particolarmente rigide anche alle basse latitudini. L’intero esercizio ha chiuso con volumi praticamente identici all’anno precedente e prezzi di vendita in valuta locale che hanno confermato una favorevole variazione di qualche punto percentuale. La produzione di calcestruzzo preconfezionato, presente essenzialmente in Texas, è stata penalizzata sia dal passaggio dell’uragano sia dalle condizioni meteo di fine anno, ed ha chiuso in diminuzione (-3,5%) rispetto all’esercizio precedente, con prezzi in calo. Il fatturato complessivo è passato da 1.118 a 1.120 milioni (+0,2%). L’andamento del dollaro, in particolare nella seconda parte dell’anno, ha avuto un impatto sfavorevole sulla traduzione dei risultati in euro; a parità di cambio i ricavi sarebbero cresciuti di +2,2%.
Messico (valutazione al patrimonio netto)
L’attività economica del paese ha manifestato forte resilienza rispetto alle tensioni e crescenti incertezze generate in avvio d’anno dalle prese di posizione manifestate dalla nuova amministrazione statunitense in merito alla rinegoziazione del trattato NAFTA, riforma sull’immigrazione e barriere di confine. Nonostante l’aleatorietà sulle prospettive delle relazioni economiche con gli Stati Uniti d’America, il quadro congiunturale del paese si è mantenuto favorevole. La crescita del PIL, posizionata al 2,5% nel primo semestre, è attesa al 2,1% per l’intero anno, sostenuta da una robusta crescita dei consumi privati, dal buon andamento dell’occupazione e da un export manifatturiero sempre significativo. L’inflazione che aveva accelerato nel primo semestre è rientrata successivamente su livelli più tollerabili, chiudendo al di sotto del 6% in dicembre. Le vendite di cemento della collegata Corporación Moctezuma, grazie alla graduale e sostenibile introduzione della nuova capacità produttiva installata presso la cementeria di Apazapan (Veracruz), hanno realizzato una adeguata crescita, con prezzo medio in valuta locale in netto miglioramento. La produzione di calcestruzzo preconfezionato ha sviluppato un profilo visibilmente più debole, ma con prezzi, sempre in valuta locale, che hanno seguito l’aumento della materia prima cemento. Con riferimento al 100% della collegata, il fatturato si è attestato a 686 milioni (+12,7%). La perdita di valore del peso messicano ha penalizzato la traduzione dei risultati in euro: a parità del tasso di cambio la variazione del fatturato sarebbe stata +16,3%.
Previsione 2017
Dal punto di vista meteorologico, l’ultimo trimestre dell’anno è stato caratterizzato, soprattutto in Stati Uniti d’America, da condizioni climatiche avverse, che hanno rallentato le consegne. Sulla base delle informazioni preliminari disponibili, prevediamo che il bilancio consolidato dell'esercizio 2017 si chiuda con un margine operativo lordo ricorrente di quasi 580 milioni di euro, in miglioramento rispetto al 2016 ma al livello inferiore dell’intervallo comunicato al mercato insieme alle informazioni sull’andamento gestionale al 30 settembre, principalmente a causa della rapida svalutazione del dollaro nell’ultimo trimestre.
Lo scorso 22 dicembre, il Presidente degli Stati Uniti d’America ha firmato il cosiddetto “Tax Cuts and Jobs Act” (Legge su Tagli Fiscali e Lavoro), che modifica in modo sostanziale le norme riguardanti le imposte sul reddito negli Stati Uniti e comprende, tra le altre cose, una diminuzione dal 35% al 21% dell’aliquota riferita all’imposta sul reddito delle società, con decorrenza 1 gennaio 2018. Grazie all’emanazione di tale riforma fiscale, Buzzi Unicem realizzerà un provento non ricorrente e senza manifestazione monetaria di circa 165 milioni di euro (187 milioni di dollari) a valere sull’utile netto consolidato dell’esercizio 2017. Infatti, il taglio pari a 14 punti percentuali dell’aliquota ha ridotto le passività fiscali differite del gruppo, generando un effetto positivo sullo stato patrimoniale. Nell’esercizio 2018 e seguenti, la minore aliquota fiscale avrà un impatto favorevole sull'utile netto ed il cashflow di Buzzi Unicem.
Il Consiglio di Amministrazione di Buzzi Unicem SpA ha, inoltre, nominato per cooptazione, su proposta del Comitato dei Gestori (organo composto dai rappresentanti di investitori istituzionali italiani ed esteri), quale consigliere indipendente, l’Ing. Luca Dal Fabbro, in sostituzione del Dott. Oliviero Maria Brega, scomparso lo scorso dicembre 2017.
Luca Dal Fabbro è amministratore delegato di GRT Group SA, società svizzera leader nell’economia circolare e tecnologia verde, nonché consigliere di Terna SpA.
Il Consiglio di Amministrazione ha valutato la sussistenza, in capo al nuovo consigliere, dei requisiti di indipendenza ai sensi del D.Lgs. n. 58/1998 nonché dei requisiti di indipendenza di cui al Codice di Autodisciplina di Borsa Italiana.
Il nuovo amministratore, ai sensi dell’art. 2386 del codice civile, resterà in carica sino alla prossima assemblea.
Il Consiglio di Amministrazione ha altresì approvato la fusione per incorporazione delle società interamente controllate Cementizillo SpA e Cementeria di Monselice SpA. L’operazione di fusione è volta a realizzare una semplificazione della struttura societaria delle attività italiane, alla realizzazione di ulteriori efficienze nonché alla riduzione dei costi, in particolare amministrativo-commerciali e generali.
L’operazione è attuata con l’applicazione delle semplificazioni previste dalla norma per le operazioni di fusione di società interamente possedute e, quindi, non comporterà alcuna emissione di nuove azioni né comunque assegnazione di azioni di Buzzi Unicem né alcuna modifica statutaria.
Decorsi i termini di legge si procederà alla stipula dell’atto di fusione.
Il verbale del Consiglio di Amministrazione verrà messo a disposizione del pubblico nei termini e con le modalità di legge. Per qualsiasi dettaglio sull’operazione si rinvia al progetto di fusione ed all’ulteriore documentazione già disponibile sul sito internet della società.
Il Consiglio di Amministrazione per l’approvazione del progetto di bilancio d’esercizio e del bilancio consolidato è previsto in data 28 marzo 2018.
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Indicatori alternativi di performance
Buzzi Unicem utilizza nell’informativa finanziaria alcuni indicatori alternativi di performance che, pur essendo molto diffusi, non sono definiti o specificati dai principi contabili. In conformità alla Comunicazione Consob n. 92543/2015 e gli orientamenti ESMA/2015/1415 comunichiamo di seguito la definizione dell’indicatore utilizzato nella presente informativa.
Indebitamento netto: rappresenta un indicatore della struttura finanziaria e corrisponde alla differenza tra le passività e le attività finanziarie, sia a breve sia a lungo termine; rientrano in tali voci tutte le passività o attività fruttifere d’interesse e quelle ad esse collegate, quali gli strumenti finanziari derivati ed i ratei.
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Il Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari, Silvio Picca, dichiara ai sensi del comma 2 articolo 154 bis del Testo Unico della Finanza che l'informativa contabile contenuta nel presente comunicato corrisponde alle risultanze documentali, ai libri ed alle scritture contabili.
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